Dura stare a casa, eh? Beh, se siete appassionati di cinema (e forse lo siete, visto che state leggendo il nostro blog), potreste sciropparvi le millemila ore di registrazione video (e anche audio! Altrimenti non si capirebbe nulla, che diamine!) dei 5 appuntamenti di Situazione Critica organizzati nel 2019 dalla Pigrecoemme, con il contributo della Regione Campania e della Film Commission Regione Campania.
Steamboat Willie, del 1928, è considerato il debutto pubblico di Mickey Mouse.
Uno dei temi scottanti, parlando di impero Disney, è sempre stata la colonizzazione dell’immaginario. Oggi, con l’acquisizione degli universi Star Wars e Marvel, della Fox e con l’approdo nel panorama degli OTT (Over the Top) con Disney +, la colonizzazione sembra essersi fatta più aggressiva, quasi a voler fare terra bruciata dei concorrenti. Uno degli espedienti migliori per radicarsi globalmente è sempre stato controllare ogni fase del processo, non solo produttivo, ma anche distributivo, compreso l’adattamento in ogni paese. Una cosa, tanto per intenderci, che nell’ “altro cinema” faceva Stanley Kubrick. Non è quindi un caso che Roberto De Leonardis sia stato l’adattatore di fiducia sia della Disney (e amico di Walt) che di Kubrick di cui ha adattato Spartacus, Barry Lindon, Arancia meccanica, 2001 Odissea nello spazio. Di questa figura importantissima del cinema, di cui, tuttavia, si sa poco, ci parlerà Nunziante Valoroso che per la Royfilm, fondata da Roberto De Leonardis, lavora.
L’iniziativa è realizzata con il contributo della Regione Campania.
L’undicesimo appuntamento di Situazione Critica – l’iniziativa della scuola di cinema Pigrecoemme di Napoli cominciata a maggio 2018 – si terrà mercoledì 11 dicembre 2019 a partire dalle 11:00 e sarà l’occasione per presentare La dissolvenza del lavoro – Crisi e disoccupazione attraverso il cinema, pubblicato per i tipi della Ediesse. Ne parlerà, con Rosario Gallone, l’autore Emanuele Di Nicola.
Il primo dei dieci film proiettati il 28 dicembre 1895 al Salon indien du Grand Café di Boulevard des Capucines a Parigi, fu La Sortie de l’usine Lumière. La storia del cinema, quindi, ha avuto inizio con la rappresentazione del lavoro. Anzi: con la mise en abîme del lavoro (la rappresentazione della fabbrica di proprietà degli inventori del cinema). La sortie apparteneva al catalogo delle tranches de vie e questa caratteristica ha sempre contraddistinto il cinema, i film che di lavoro si sono occupati. Da Fronte del porto di Elia Kazan a Tuta blu di Paul Schrader negli USA, passando attraverso I compagni di Mario Monicelli, il cinema che ha rappresentato il lavoro ha sempre mirato al realismo dell’approfondimento tematico, anche quando sceglieva vie formali diverse come il fantascientifico Omicron di Ugo Gregoretti o il surreale La classe operaia va in paradiso di Elio Petri.
Oggi, però, il lavoro è altro: si è polverizzato in mille tipologie, quasi nessuna prevista a tutela del lavoratore, il quale soffre una condizione ormai paraschiavistica, di continuo ricatto. Con la fine del lavoro è tramontata anche la lotta di classe e ha lasciato il posto a una lotta intra/classe che fa vittime solo tra gli ultimi.
Chi è riuscito a raccontare il lavoro nel passaggio tra queste diverse fasi è l’irriducibile Ken Loach, cui negli ultimi anni si sono affiancati i fratelli Dardenne dal Belgio e il francese Stephan Brizé, col suo disilluso dittico La legge del mercato e In guerra.
L’iniziativa è realizzata con il contributo della Regione Campania.
Il decimo appuntamento di Situazione Critica – l’iniziativa della scuola di cinema Pigrecoemme di Napoli cominciata a maggio 2018 – si terrà sabato 7 dicembre 2019 a partire dalle 16:30 e sarà l’occasione per presentare Ieri, oggi e domani – Il cinema di genere in Italia, pubblicato per i tipi della Marsilio. Ne parleranno, con Rosario Gallone, i due curatori del volume: Pedro Armocida e Boris Sollazzo.
Il glorioso cinema di genere italiano, rifulgente negli anni ’60 e ’70, quello che conta masse di appassionati in tutto il mondo, anche celebri (Quentin Tarantino su tutti e poi Christophe Gans, Eli Roth, Nicholas Winding Refn, ecc.), quello che ha saputo fare di necessità virtù, quello del «il cosmo è pronto, dotto’», quello dello spaghetti western, dello spaghetti thriller, del poliziottesco, del peplum, del lacrima movie, del postatomico, quello che veniva dato per morto negli anni ’80 (salvo qualche lampo horror firmato Lamberto Bava e Michele Soavi) può dirsi rinato? Il successo di Lo chiamavano Jeeg Robot ha fatto da apripista a una nuova stagione del cinema di genere? Ci sono gli sceneggiatori, gli attori e i registi in grado di farne di nuovo un cinema da esportazione?
L’ottavo appuntamento di “Situazione Critica” – l’iniziativa della scuola di cinema Pigrecoemme di Napoli cominciata a maggio 2018 per celebrare i nostri 18 anni di attività – si terrà martedì 8 ottobre 2019 alle ore 16:30 e avrà come oggetto l’era post-network.
Ne parleranno, con Rosario Gallone, il giornalista e docente universitario Diego Del Pozzo e Matteo Berardini, direttore della rivista online di critica Pointblank.it.
È ormai acclarato che la televisione non sia morta, anzi gode di ottima salute: ha solo cambiato pelle. «È il post-network, bellezza», per dirla con Amanda D. Lotz.
Le abitudini di visione e l’eterogeneità dei supporti hanno finito inevitabilmente coll’influenzare anche le dinamiche produttive e creative e, negli ultimi tempi, a coinvolgere anche il cinema, come dimostrano l’Oscar vinto da Roma di Alfonso Cuarón, le polemiche di Cannes e la distribuzione di The Irishman, l’ultimo film diretto da Martin Scorsese.
L’occasione per parlare dell’argomento è data dall’uscita per i tipi dell’editore Menocchio di L’arrivo del lupo. Netflix e la nuova tv, seconda uscita della collana CUT – I ritagli di Point Blank.
Come scrive Matteo Berardini nell’introduzione al volume a sua cura: «Gli ultimi decenni del Novecento ci hanno portato un’esponenziale innovazione tecnologica, un progresso costante che ha investito anche i dispositivi di visione, oggi multimediali e onnipresenti. Ma se il medium è il messaggio, come sintetizzava McLuhan, vedere un film in videocassetta o su Netflix è sempre la stessa cosa? O forse ogni mezzo porta con sé abitudini di visione e logiche tecnologiche che cambiano il nostro rapporto con le immagini? È una questione che accompagna la stessa storia del cinema e che oggi si fa ancora più urgente, in un panorama dominato da giganti dello streaming il cui catalogo diventa fruibile su schermi che si moltiplicano e frammentano, dal cinema al cellulare, dal PC al tablet».