10 pianisequenza da ricordare e un intervallo musicale

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Il pianosequenza è un’inquadratura che, senza stacchi di montaggio, esaurisce un episodio narrativo. L’omologo anglofono, il long take, invece, viene definito come un’inquadratura di lunga durata senza che intervengano stacchi di montaggio e indipendentemente dal fatto che esaurisca o meno un episodio narrativo. Inutile dire che, nella percezione dello spettatore e a dispetto di quanto riportino i manuali (il Rondolino/Tommasi per le due di cui sopra), il pianosequenza sussiste solo quando l’inquadratura, senza stacchi di montaggio, dura un po’ (dai 30 secondi in poi forse) e quando si presenta come virtuosismo registico (sfido chiunque ad aver mai pensato alla scena tratta da Totò, Peppino e i fuorilegge e riprodotta sotto, come ad un pianosequenza).

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10 film tamarri del Terzo Millennio

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Dicesi film tamarro, o ignorante, il tipico action movie anni ’80, tutto testosterone, botte da orbi e cervello zero. Nella serie A ci rientrano Cobra con Stallone, Commando con Schwarzenegger, tanto per fare dei validi esempi del genere, ma ci si possono aggiungere i film di Steven Seagal, Jean-Claude Van Damme, Chuck Norris ed un po’ tutte le produzioni della Cannon di Golan-Globus, compresi i vari Guerriero Americano con Michael Dudikoff, ascrivibili, questi ultimi, alla serie B da cestoni dell’autogrill. Magari ha ragione chi vede nell’11 settembre 2001 e nell’esigenza successiva dell’immaginario cinematografico di ripopolarsi di nuovi eroi capaci da soli di sbaragliare i neocattivi, sta di fatto che il Terzo Millennio ha visto un revival del genere (intensificatosi nell’ultimo lustro, tanto che si può a ragione dire che “gli anni ’10 sono i nuovi ’80”, senza tener conto della new wave action thailandese), tra ammiccamenti da cinéphiles postmoderni ed epifanie palingenetiche di neotamarri.

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Di come Birdman arrivi alla verità e Whiplash solo alla realtà.

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Ci sono due opere particolarmente interessanti che concorrono agli Oscar 2015 (a parte Boyhood, un film-teoria che mette insieme l’immagine-tempo e l’immagine-movimento di Deleuze restituendo, ad un tempo e del tempo, sia un’immagine diretta che indiretta, per dirla, stavolta, con Henry  Bergson): Whiplash di Damien Chazelle e Birdman  or (The Unexpected Virtue of Ignorance) di Alejandro González Iñárritu. Whiplash è l’opera prima di Damien Chazelle (sceneggiatore di Il ricatto di Eugenio Mira, un thriller anche questo declinato in forma musicale) derivante da un suo cortometraggio dell’anno precedente in cui J.K.Simmons già rivestiva il ruolo dell’inflessibile Fletcher.

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10 film di cui conoscete meglio il remake

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La pratica del remake è sempre vista con sospetto. Dai cinefili, ma anche dai semplici spettatori di superficie (per dirla con Lino Miccichè). Certo, di fronte ad inspiegabili operazioni quali il reboot di Nightmare o, ancor di più, il rifacimento (quasi) all black  di Funeral Party di Frank Oz (ad opera di un irriconoscibile Neil Labute), è dura confutare questa stigmatizzazione, ma, a volte, il remake è un modo per superare barriere linguistiche e/o di costume. Oppure un’occasione per rifare meglio un film non eccelso per regioni estrinseche (scarso budget, attori non all’altezza, origine televisiva).

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I 10 migliori film del 2014 (secondo noi)

I 10 migliori film del 2014

Il fatto che tutti, ma proprio tutti, abbiano fatto la loro lista, ci ha fatto dubitare dell’esigenza che ce ne fosse un’altra. Poi abbiamo pensato comunque di stilarne una. Chiaramente ci saranno titoli che avrete trovato anche nelle altre liste ed altri che non abbiamo inserito perché non li abbiamo visti (Godard e Dumont, ad esempio). Altri ancora mancheranno perché secondo noi sopravvalutati (è il caso di Her e Under the Skin, ad esempio). Ci troverete un solo film con Matthew McCounaghey protagonista, perché lui è stato decisamente migliore dei film interpretati (anche quando erano dei buoni film come Dallas Buyers Club o Mud). E non ci troverete Mommy di Xavier Dolan, nonostante sia un gran film. Perché abbiamo amato di più Laurence Anyways che è inedito in Italia e perché si devono operare delle scelte.  E ci sarà una sorpresa finale, fuori lista. Il film più bello del 2014, giunto in extremis. Ma non è piaciuto a tutti.

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10 film necessari per una definizione di noir

10 film necessari per una definizione di "noir"

Il noir non è un genere. Il noir è una categoria critica che nasce nel 1946. Un nome conferito dall’esule italiano in Francia Nino Frank ad un nucleo di pellicole prodotte in America e fortemente influenzate dalle caratteristiche etiche ed estetiche dell’espressionismo tedesco nonché da quelle morali di un esistenzialismo caro ai francesi.

Nel 1972 Paul Schrader, non ancora affermato sceneggiatore e regista, scrive un libro, Notes on Film Noir, in cui limita cronologicamente la vita del noir cinematografico dal 1941 (anno di uscita di Il mistero del falco di John Huston) al 1958 (anno di L’infernale Quinlan).

Ma le noirceur è ben lungi dall’esaurirsi in quell’epoca ed è forse l’atmosfera filmica più resistente, perché se western, horror, fantascienza, alternano stagioni di grande spolvero narrativo ad altre di oblìo, il noir, forse proprio in quanto non genere, non si piega alle mode, ma è sempre lì, informa cinematografie, fasi storiche, politiche.

Questa, quindi, è una lista di film per definire l’indefinibile.

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