Dicesi film tamarro, o ignorante, il tipico action movie anni ’80, tutto testosterone, botte da orbi e cervello zero. Nella serie A ci rientrano Cobra con Stallone, Commando con Schwarzenegger, tanto per fare dei validi esempi del genere, ma ci si possono aggiungere i film di Steven Seagal, Jean-Claude Van Damme, Chuck Norris ed un po’ tutte le produzioni della Cannon di Golan-Globus, compresi i vari Guerriero Americano con Michael Dudikoff, ascrivibili, questi ultimi, alla serie B da cestoni dell’autogrill. Magari ha ragione chi vede nell’11 settembre 2001 e nell’esigenza successiva dell’immaginario cinematografico di ripopolarsi di nuovi eroi capaci da soli di sbaragliare i neocattivi, sta di fatto che il Terzo Millennio ha visto un revival del genere (intensificatosi nell’ultimo lustro, tanto che si può a ragione dire che “gli anni ’10 sono i nuovi ’80”, senza tener conto della new wave action thailandese), tra ammiccamenti da cinéphiles postmoderni ed epifanie palingenetiche di neotamarri.
1 – John Wick di Chad Stahelski
Gli si può riconoscere il merito di aver introdotto il macguffin tamarro (“mi ammazzi il cane ed io faccio una strage”). John Wick è ben più che un omaggio, visto che, come accadeva nel periodo d’oro del cinema ignorante, il regista, esordiente, è un ex coordinatore di stunt. Keanu Reeves fa il percorso inverso a tanti divi nati nell’action di serie B che poi si rifanno un’immagine nel cinema mainstream, ma, come vedremo, non è il solo.
2 – Fast & Furious di Rob Cohen
Il primo capitolo della saga regina del cinema tamarro del Terzo Millennio, si presenta come una variazione sul tema Point Break della Bigelow (con Keanu Reeves, guarda un po’!), ma il personaggio interpretato da Vin Diesel è tamarro fin dal nome: Dominic Toretto. Dopo la parentesi spuria del terzo capitolo (Tokyo Drift) ed un calo di appeal, a partire dal quinto capitolo la produzione ha rilanciato, alzando il tasso di tamaraggine ed ingaggiando Dwayne Johnson, alias The Rock. La scommessa si è rivelata vincente ed è prossimo all’uscita il numero 7, diretto da James Wan e privo dello scomparso Paul Walker.
3 – I mercenari di Sylvester Stallone
Rocky e Rambo non erano tamarri, erano due gran bei film. Lo diventarono poi, una volta finiti sotto l’egida produttiva di Golan-Globus (Rambo II – La vendetta, Rocky IV). Rocky Balboa e John Rambo non sono neotamarri, sono due gran bei film (il primo è un capolavoro) che attestano quanto a Stallone possa esser stato stretto il ruolo di eroe dell’action cui è stato relegato nel secolo scorso. Con I mercenari si è tolto uno sfizio ed ha realizzato il suo All Star del cinema ignorante. Ma che sia, per quanto fortunata ai botteghini, un’operazione solo di superficie, lo dimostra la bruttezza del terzo capitolo della saga.
4 – Hobo With a Shotgun di Jason Eisener
La storia di questo film è la seguente: Jason Eisener partecipa ad un concorso abbinato al progetto Grindhouse dell’accoppiata Tarantino/Rodriguez. Accanto ai finti trailer di registi già affermati sarebbe stato proiettato quello dell’esordiente vincitore. Eisener si aggiudica il premio e, a quel punto, trova pure un finanziatore perché quel trailer diventi un film vero e proprio. Il neoregista, allora, recluta una star degli anni ’80, Rutger Hauer, e gira Hobo with a Shotgun. Che, però, come l’esperimento tamarro di Robert Rodriguez, Machete, è fintissimo ed ha il respiro corto. Ovvero quello del trailer che è decisamente meglio del lungometraggio. Non a caso, successivamente Eisener ha realizzato solo episodi di film horror collettivi (The ABCs of Death e V/H/S/ 2).
5 – The Guest di Adam Wingard
Da V/H/S/ 2 provengono anche sceneggiatore (Simon Barrett) e regista di questo The Guest che è il migliore del manipolo, perché tamarro nello spirito e non solo nella forma. Adam Wingard riesce ad omaggiare Carpenter, la Cannon ed anche il cinema bis italiano senza essere sterilmente citazionista e sfruttando la performance di Dan Stevens che proviene da tutt’altro mondo e genere (Downtown Abbey). Strepitosa colonna sonora.
6 – Pain & Gain di Michael Bay
Nonostante le apparenze del resto della sua filmografia, questo è il primo film realmente tamarro di Michael Bay. Tre protagonisti culturisti, totalmente stupidi, una storia vera e tentativi di critica e satira sociale che franano visto che Bay ha il senso dell’umorismo di un episodio di Derrick.
7 – Io vi troverò di Pierre Morel
L’EuropaCorp di Luc Besson è la Cannon del Terzo Millennio, responsabile, tra le altre cose, di ulteriori tamarrate tipo The Transporter (con un neodivo tamarro, Jason Statham) che ha generato anche una serie tv. Io vi troverò, nel 2008, è stato un vero caso perché nessuno si aspettava che incassasse tanto, al punto da generare due sequel (uno in uscita) ed un remake per la tv, Taken – Alla ricerca di Sophie Parker, con protagonista stavolta femminile (la Julie Benz di Dexter) e regia di un attore, Don Michael Paul, in passato anche nel cast di Renegade, telefilm tamarro con Lorenzo Lamas. Il film ha segnato la palingenesi tamarra di Liam Neeson che, pur provenendo dal cinema “serio” (nomination all’Oscar per Schindler’s List), ha trovato nuova fortuna come esponente di punta del cinema ignorante del XXI secolo.
8 – In the Blood di John Stockwell
Gina Carano è la nuova Cynthia Rothrock. La prima volta da protagonista è stata in Knockout di Steven Soderbergh, troppo concettuale per rientrare nella categoria tamarra. Di contro, questo In the Blood, rape & revenge a parti rovesciate (ad essere rapito e torturato, per scopi “terapeutici” è il marito), rientra a pieno nel genere, seppur in versione muliebre. Psicologie dei personaggi ed elementi d’arredo sono tagliati con l’accetta.
9 – xXx di Rob Cohen
Il matrimonio Rob Cohen/Vin Diesel, rispettivamente dietro e davanti alla m.d.p., dopo Fast & Furious, sforna un altro cult del genere ignorante ed in particolare Vin Diesel dà vita (e pessimo outfit) ad un altro neotamarro mitopoietico: Xander Cage. Lo affianca Asia Argento, tamarra italica d’esportazione, mentre gran parte della colonna sonora è dei Rammstein, gruppo “tamar metal” tedesco.
10 – L’uomo coi pugni di ferro di RZA
Quando la tamarraggine incontra il meltin’ pot postmoderno à la Tarantino. La trama è di per sé improbabile (un fabbro nero nella Cina feudale che si trova coinvolto, per amore di una prostituta, in una guerra tra clan, combattuta con l’aiuto di una specie di cowboy britannico chiamato Knife), ma il resto (a seconda dei punti di vista: poco o troppo e male) lo fa il neoregista, il quale si dimostra più bravo coi campionamenti musicali (RZA è fondatore del Wu Tang Clan di cui ricordiamo il pregevole lavoro fatto per Ghost Dog di Jim Jarmush e Kill Bill di Quentin Tarantino) che con quelli cinematografici.
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