Siamo la prima Scuola di Cinema e Fotografia di Napoli
Rosario Gallone
Rosario è tra i fondatori della Pigrecoemme, dove si occupa soprattutto del corso di regia e dell'organizzazione dei corsi.
E' autore della sceneggiatura di Isa 9000 (mediometraggio con Isa Danieli diretto da Angelo Serio), del montaggio di documentari e della regia di alcuni cortometraggi.
“Non è che il passato getti la sua luce sul presente o il presente la sua luce sul passato, ma immagine è ciò in cui quel che è stato si unisce fulmineamente con l’ora in una costellazione. In altre parole: immagine è la dialettica nell’immobilità. Poiché, mentre la relazione del presente con il passato è puramente temporale, continua, la relazione tra ciò che è stato e l’ora è dialettica: non è un decorso, ma un’immagine discontinua, a salti. Solo le immagini dialettiche sono autentiche immagini (cioè non arcaiche); e il luogo in cui le si incontra è il linguaggio”. È quanto sostiene Walter Benjamin in un passo dei Passagenwerk.
Quest’anno abbiamo dedicato la copertina della consueta playlist sui migliori film del 2022 al +1, ovvero al film/non film, alla serie o film in sei puntate (come all’epoca fu definita dal suo autore, film in 18 parti, la terza stagione di Twin Peaks): Esterno notte di Marco Bellocchio. Un’opera di cui, obnubilati dalla messe di immagini che ci bombarda quotidianamente, forse non è ben stata compresa la portata epocale, se non dagli addetti ai lavori. La seduta di autocoscienza collettiva cui siamo stati chiamati tutti noi Italiani, specialmente quanti hanno vissuto la Prima Repubblica. Per il resto, ricordiamo che non si tratta di una classifica, che i film sono quelli distribuiti in Italia nell’anno solare 2022 e che quindi possono appartenere alla seconda parte della stagione cinematografica scorsa o alla prima di quella in corso. In più si tratta di una lista parziale perché chi la compila non ha visto tutti i film distribuiti e di conseguenza alcune mancanze possono essere dovute anche alla mancata visione. Infine concordiamo con Filippo Mazzarella che considera Avatar – la via dell’acqua fuori scala, per cui non lo troverete in elenco. Last but not least: è un gioco come lo sono le classifiche dei siti e delle testate più autorevoli, ma ci farebbe piacere se a questo gioco partecipassero quanti più lettori possibile, commentando, condividendo le scelte o divergendo da esse. Buona lettura.
“Abbiamo solo perso la bobina del film di famiglia nel corso della vita“. Lo dice Nancy Spielberg, sorella di Steven nel documentario HBOSpielberg di Susan Lacy. Quella bobina, dolorosa, ma anche catartica, il regista di E.T. e Schindler’s List, l’autore che maggiormente ha influenzato l’immaginario dai ’70 in poi, l’ha ricreata, a modo suo, in The Fabelmans, l’ultimo meraviglioso (o dovremmo dire fabel/favoloso) film da lui diretto.
Ecco un film cui il trailer non rende merito (alzi la mano chi, vedendolo, non ha pensato che avrebbe visto un film di animazione e neanche tra i migliori), oltre a dirci poco del plot. A suo modo, anche questa può essere considerata una scelta rivoluzionaria. Signore e signori: Avatar – La via dell’acqua di James Cameron.
«You Say Everything Twice» «I Don’t Say Everything Twice»
Uno scambio di battute, un’affermazione e la sua negazione. Come correre per separarsi e correre per raggiungersi. Come Live and let Die, lo 007 che viene proiettato nel cinema davanti al quale si scontrano definitivamente Gary e Alana. Non due anime gemelle, ma due individui speculari (che, come i Rumble Fish, si scontrano anche con la loro immagine riflessa), i quali proprio con (grazie a) uno specchio si conoscono. Benvenuti in Licorice Pizza dove Paul Thomas Anderson ridice tutto quello che ha già detto nei precedenti film una seconda volta, ma nello stesso tempo non lo fa e dice qualcosa di nuovo.
Il rinnovamento è una bugia! È quanto mai curioso che questa espressione sia così determinante in un film che viene presentato come reboot, diretto da un regista che, dopo i primi due lavori, si è dedicato esclusivamente alla pratica del “rifacimento” nelle sue varie declinazioni. Blood Story è un remake di Lasciami entrare di Tomas Alfredson o, se si preferisce, un nuovo adattamento del romanzo di John Ajvide Lindqvist che ha il titolo dell’originale svedese; Apes Revolution e The War sono il secondo e terzo capitolo del “rinnovato” franchise di Il pianeta delle scimmie. Aggiungiamo che il Matt Reeves sceneggiatore scrisse anche, nel 1995, il sequel di Trappola in alto mare (Trappola sulle montagne rocciose di Geoff Murphy) e l’apparente chiasmo insito nella frase collocata in esergo è bello che servito.