Il pianosequenza è un’inquadratura che, senza stacchi di montaggio, esaurisce un episodio narrativo. L’omologo anglofono, il long take, invece, viene definito come un’inquadratura di lunga durata senza che intervengano stacchi di montaggio e indipendentemente dal fatto che esaurisca o meno un episodio narrativo. Inutile dire che, nella percezione dello spettatore e a dispetto di quanto riportino i manuali (il Rondolino/Tommasi per le due di cui sopra), il pianosequenza sussiste solo quando l’inquadratura, senza stacchi di montaggio, dura un po’ (dai 30 secondi in poi forse) e quando si presenta come virtuosismo registico (sfido chiunque ad aver mai pensato alla scena tratta da Totò, Peppino e i fuorilegge e riprodotta sotto, come ad un pianosequenza).
pianosequenza
Di come Birdman arrivi alla verità e Whiplash solo alla realtà.
Ci sono due opere particolarmente interessanti che concorrono agli Oscar 2015 (a parte Boyhood, un film-teoria che mette insieme l’immagine-tempo e l’immagine-movimento di Deleuze restituendo, ad un tempo e del tempo, sia un’immagine diretta che indiretta, per dirla, stavolta, con Henry Bergson): Whiplash di Damien Chazelle e Birdman or (The Unexpected Virtue of Ignorance) di Alejandro González Iñárritu. Whiplash è l’opera prima di Damien Chazelle (sceneggiatore di Il ricatto di Eugenio Mira, un thriller anche questo declinato in forma musicale) derivante da un suo cortometraggio dell’anno precedente in cui J.K.Simmons già rivestiva il ruolo dell’inflessibile Fletcher.