<<La formula a episodi o “omnibus” è antica quanto la nascita stessa del cinema horror e accompagna poi l’intero percorso evolutivo del genere…>>. Così recitava l’occhiello introduttivo ad un Nocturno Dossier (il numero 40, quando ancora veniva pubblicato in un fascicolo separato dalla rivista) curato da Roberto Curti. Aggiungeremmo che è antica quanto lo storytelling. I racconti intorno al fuoco, le leggende diffuse oralmente, hanno quasi sempre a che fare con atmosfere horror. Il racconto breve facilita la presa sull’ascoltatore, lettore, spettatore, può fare a meno di approfondimenti psicologici e concentrarsi sull’azione e puntare tutto, nel caso di racconto horror o “giallo”, sul twist. Un’antologia di racconti garantisce l’effetto Shahrazād inchiodando alla poltrona (di casa o di un cinema) lo Shahrīyār di turno. Giustamente, nel saggio sopra citato si individuano già nell’espressionismo (ovvero il primo cinema horror degno di questo nome) alcuni omnibus horror: Destino di Fritz Lang e Il gabinetto delle figure di cera di Paul Leni. Dagli inizi del secolo scorso, tuttavia, si passa direttamente al 1945 dell’inglese Dead of Night. Ed è da lì che ha inizio la nostra playlist. Buona lettura.