io. identità opposte. Una mostra fotografica sull’autoritratto

Dalle ore 18 di giovedì 24 marzo fino a venerdì 22 aprile 2011, gli spazi di Pigrecoemme tornano ad essere galleria, con la mostra io. identità opposte, a cura di Luca Sorbo, docente dei corsi di Fotografia di Pigrecoemme, e di chi scrive, che raccoglie cinquantasei autoritratti di ventotto giovani fotografi napoletani, che si interrogano sulle certezze e le incertezze della rappresentazione di sé ai tempi del digitale.

Nei giorni successivi all’inaugurazione la mostra sarà visitabile, fino al 22 aprile, dal lunedì al venerdì, dalle 11 alle 13,30 e dalle 15 alle 17,30.

Di seguito, alcuni degli spunti critici da cui la mostra ha preso le mosse.

Dobbiamo a Victor I. Stoichita, e al suo bellissimo Breve storia dell’ombra, il ritorno, nell’ordine del discorso contemporaneo, del tema dell’autoritratto come uno dei motivi fondamentali della cultura occidentale, sorta di cartina di tornasole dell’idea che, nella rappresentazione di sé, ci sia necessariamente la rappresentazione del proprio mondo e che, siffatta rappresentazione, ragioni, inevitabilmente, sempre con la finitezza di tale mondo. Autoritratto come pensiero del limite, perché l’autorappresentazione  avrebbe in sé sempre il ricordo dell’ombra, di quel gesto primigenio e fondante, cioè, in cui, sul solco umbratile del sé (dove la mano si muove sull’analogia dell’ombra), si disegna la storia dell’arte e la si intreccia, punto dopo punto, col tema della morte. Che è sempre la propria morte. L’analogia tra ombra e se stessi, allora. Anzi, tra ombra e rappresentazione di sé.
Ora, l’analogia stabilisce un rapporto di similitudine tra due o più modelli. E basta un punto analogico, alla Filosofia, per supporre che ce ne siano altri, cosa che può spingerci a ipotizzare che, tra modelli analoghi, possa esistere sempre una vera e propria coincidenza identitaria.
È analogico, per definizione, ciò che non è numerabile, e l’opposto di analogico è digitale, parola determinante della nostra modernità, che la Matematica ci indica come un insieme finito di elementi.
Il lavoro di trasformazione da analogico a digitale si chiama, com’è noto, digitalizzazione, che, allora, è sempre un’approssimazione tassonomica dell’esistente, una riproduzione-rappresentazione che, per esistere (meglio: per far esistere) presuppone una semplificazione del segnale, cioè del rappresentato, che, in quanto analogico, è intrinsecamente non numerabile, ovvero potenzialmente infinito. Quindi, il digitale ha in sé l’idea del finito.
Ma, da quando nei sistemi di rappresentazione visiva è subentrata la centralità assoluta dell’immagine digitale, in ambito estetico, il senso di questa finitezza è o non è un’ipotesi di discorso cosciente? In altre parole, fino a che punto l’immagine digitale sa (conosce, racconta, concettualizza…) la sua natura finita?
E nel mondo della fotografia? Che cosa ci dice il passaggio epocale dall’immagine analogica (un numero di punti infinito) all’opposta immagine digitale (un’insieme chiuso di ipotesi)? E, spingendoci oltre, che cosa una fotografia digitale inevitabilmente rivelerebbe di sé, se non prima di tutto il proprio destino di discorso omologato (ovvero, etimologicamente discorso permesso in quanto discorso già fatto nel correlativo analogico, quasi un modello platonico ) sotto il giogo del pixel? E se questa tirannia dell’omologazione al finito investisse la propria rappresentazione? Non si arriverebbe al paradosso che, nel profilo sottile dell’ombra – come da Plinio il vecchio in poi ci è stato narrato – ci sarebbe maggiore libertà che in qualsiasi, perfettamente riproducibile, immagine digitale?

A questo punto, un’immagine digitale diventerebbe il campo di battaglia su cui, ogni volta, si mette in gioco la ricostruzione completa dell’esistente (avete presente Tron?). In tal senso, un autoritratto digitale si tramuta in una massacrante tenzone per la definizione dell’io, non solo contro la paura dell’omologazione, ma proprio come polemos tra l’idea di sé e il suo opposto numerabile (e finito) il sé digitale…
(Corrado Morra)

Di seguito i nomi dei fotografi che hanno cercato con passione di rispondere a tali quesiti o, più semplicemente, di divertirsi un po’. A tutti loro il nostro grazie: Silvia Bellio, Claudia Biancardi, Vittoria Boccia, Giuliana Borrelli, Viola Bufano, Alma Carrano, Sabrina Cirillo, Livia Cosenza,
Paola Cundari, Enrico De Luca, Giusi De Luca, Rosalinda Falco, Valeria Ferraro, Paola Finale, Valentina Fraioli, Stefania Furbatto, Sofia Giordano, Martina Ippolito, Eleonora Ivagnes, Fabia Lonz, Carla Manno, Serena Mastroserio, Daniela Persico, Daniele Rippa, Pepe Russo, Linda Russomanno, Loreto Terranova, Gianni Valentino.

La palla a due punte al YoungAbout ed i nuovi corsi di Pigrecoemme.

Il documentario La palla a due punte ha ricevuto una lusinghiera attestazione di stima dall’organizzazione del YoungAbout – Festival internazionale Giovani e cinema, giunto alla sua quinta edizione. Il mediometraggio diretto dal nostro ex allievo Gaetano Massa e coprodotto da Pigrecoemme, oltre ad essere selezionato nella sezione mediometraggi,  è stato scelto anche per essere proiettato il 14 marzo alle 17 a margine di una tavola rotonda sui temi della legalità. Inutile dire che siamo orgogliosi di Gaetano e contenti di aver visto giusto scegliendo di coprodurlo e di montarlo (il montaggio è firmato Rosario Gallone).

Maggiori informazioni: http://www.youngabout.com/index.php?option=com_content&view=article&id=146&Itemid=251&lang=it

Ricordate inoltre che il 4 aprile cominciano i nuovi corsi di Pigrecoemme:

  • Analisi e critica (dal 4 aprile ogni lunedì dalle 16 alle 19).
  • Montaggio Premiere (dal 5 aprile ogni martedì dalle 16 alle 19, disponibili posti per la classe mattutina dalle 11 alle 14).
  • Scenografia con Renato Lori (dal 6 aprile ogni mercoledì dalle 16 alle 18)
  • Regia (dal 7 aprile ogni giovedì dalle 16 alle 19).
  • Sceneggiatura (dall’8 aprile ogni venerdì dalle 16 alle 19).
  • Fotografia analogica e digitale dal 2 maggio.
  • Fotogiornalismo e Reportage dal14 maggio.

Maggiori informazioni su http://www.pigrecoemme.com/corsi.htm o allo 0815635188.

The Others su GT Channel. La Scuola di cinema e televisione Pigrecoemme in TV

E’ giunta l’ora. L’ora di The Others in tv, intendiamo. Infatti, da giovedì 16 dicembre venerdì 17 dicembre intorno alle ore 23,00 su GT Channel (risintonizzate il decoder) andrà in onda la puntata pilota della rivista di approfondimento cinematografico della Scuola di cinema Pigrecoemme. Ospiti in studio Gaetano Di Vaio e Fabio Gargano di Figli del Bronx. Vedremo immagini tratte da Napoli, Napoli, Napoli di Abel Ferrara; Il loro Natale (altro titolo “ferrariano”), documentario di Gaetano Di Vaio presentato all’ultimo Festival del cinema di Venezia, nella Sezione Controcampo Italiano, e Vomero Travel di Guido Lombardi, anch’esso presente all’ultimo Festival di Venezia nella Sezione cortometraggi.
Il sottoscritto conduttore spera vivamente che diventi per voi un appuntamento irrinunciabile, a partire dal prossimo gennaio. Nonostante lui 😀

A quanti volessero partecipare alla trasmissione con i loro cortometraggi, ricordiamo di scrivere a corti@gtchannel.tv per sottoporre il materiale. A presto.

Alla Feltrinelli di Piazza dei Martiri, giovedì 3 giugno la mostra fotografica Effetti collaterali

Dopo la presentazione del volume fotografico Effetti collaterali a cura di Gianni Pinnizzotto, docente del nostro corso di Fotogiornalismo, tenutasi giusto lo scorso gennaio alla Pigrecoemme, approda adesso a Napoli, presso lo spazio della Feltrinelli di Piazza dei Martiri, l’omonima esposizione fotografica, che mette ora in mostra circa venti scatti tra le centoventisei fotografie raccolte nel volume.
Il percorso si presenta come una drammatica e commovente testimonianza di un viaggio lungo vent’anni nei martoriati territori occupati, che, alla luce degli ultimi terribili avvenimenti perpetrati dall’ennesima, cruenta iniziativa del governo di Netanyahu (l’assalto alla nave “Mavi Marmara” da parte della Marina israeliana, mentre era in viaggio carica di generi di prima necessità verso la Striscia di Gaza), acquista un’urgenza e un pathos se possibile ancora più dilananti.

L’inaugurazione di Effetti collaterali è giovedì 3 giugno, alle ore 18,00. Nell’occasione, alla presenza di Pinnizzotto, lo storico della fotografia e curatore dei nostri corsi di Fotografia, Luca Sorbo, insieme con Corrado Morra della Scuola di cinema e fotografia Pigrecoemme, presenteranno al pubblico l’omonimo libro fotografico edito dalla Graffiti Press di Roma.

Cinema e Rock: è disponibile Rock Around The Screen

Anche se la sua uscita ufficiale è il primo di febbraio, il volume Rock around the screen è già disponibile in alcune librerie del centro storico di Napoli e sul sito dell’editore Liguori, sul quale è acquistabile anche in formato elettronico.

Curato da Vincenzo Esposito (docente di Storia del Cinema  all’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, docente di critica cinematografica presso Pigrecoemme e direttore dell’Italian Film Festival di Stoccolma) e da Diego Del Pozzo (giornalista e critico, autore di Ai confini della realtà – Cinquant’anni di telefilm americani) Rock around the screen racconta ed approfindisce mezzo secolo di interazione e reciproca influenza tra cinema e rock, due arti giovani che hanno influenzato come null’altro l’immaginario collettivo postmoderno e comprende anche tre saggi di tre dei fondatori di Pigrecoemme: Rosario Gallone, Giacomo Fabbrocino e Corrado Morra.

Questo l’indice del libro:

Suoni nel buio: un’introduzione
di Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito

Prima parte: Storia e storie

Teen-rock movies: la rivoluzione di Elvis e del rock ‘n’ roll
di Diego Del Pozzo

Dalla Terra alla Luna. Cinema, musica e controcultura: i documentari sui megaraduni pop, da Monterey all’isola di Wight
di Vincenzo Esposito

Seconda parte: Temi e generi
Rockumentary: uno sguardo sul genere
di Simone Arcagni

Rock & Mock: quando il duro si fa gioco. L’immagine comica del rock su grande e piccolo schermo
di Rosario Gallone

Sguardi sul palco: il rockumentary d’autore
di Alberto Castellano

Appunti sull’Opera-rock cinematografica
di Giacomo Fabbrocino

Tutto il cinema in un clip. Forme e modi della citazione filmica nel video musicale
di Bruno Di Marino

Terza parte: Sguardi e corpi d’autore

Dylan, Alias, Judas e la canzone-film
di Antonio Tricomi

Campi di celluloide per sempre: il cinema dei Beatles
di Michelangelo Iossa

I Pink Floyd: la musica, il palco, la vita, il cinema, il muro
di Giandomenico Curi

The Men Who Fell to Earth. Ascesa e caduta del corpo della rockstar
di Corrado Morra

Quarta parte: Testimonianze

Intervista a Julien Temple
a cura di Fabio Maiello

Intervista a Carlo Verdone
a cura di Fabio Maiello

Intervista a Gaetano Curreri (Stadio)
a cura di Fabio Maiello

Intervista a Fabio Liberatori
a cura di Fabio Maiello

Ugo G. Caruso al PAN per I film della mia vita

Continua domani, giovedì 29 ottobre, con il critico cinematografico Ugo G. Caruso, la quarta edizione della rassegna I film della mia vita.
Alle 18,00 al pubblico del PAN di Napoli, Caruso presenterà un serrato montaggio di sequenze da oltre cinquanta film, un patrimonio straordinario ed eterogeneo di suggestioni che costituiscono il viatico fondamentale della sua onnivora formazione cinematografica: dai grandi classici, ai cartoni animati fino alle pellicole di genere avidamente consumate nelle sale affollate degli anni Sessanta, passando per le stagioni più engagées del cinema italiano. Poi l’incontro determinante con la New Hollywood ed il cinema dell’est europeo, in particolare quello ungherese di cui Caruso è uno dei massimi esperti italiani: è questa l'”educazione cinematografica” di Caruso ripercorsa attraverso capolavori quali “La dolce vita”, “Il posto delle fragole”, “Il terzo uomo”, “Apocalypse Now”, “Paris qui dort”, “Mr. Arkadin”, “Fuoco fatuo”, “Szindbad”, ma anche pellicole recentissime come “S.O.S. – Summer” of Sam di Spike Lee e un culto assoluto quale “V for Vendetta”.
L’ingresso, fino ad esaurimento posti, è gratuito.

Giunta al quarto ciclo, l’iniziativa della Mediateca S. Sofia Assessorato alle Politiche Giovanili – Servizio Giovani del Comune di Napoli, in collaborazione con Pigrecoemme Scuola di cinema e televisone di Napoli, anche quest’anno si svolge al Pan – Palazzo delle arti di Napoli di Via dei Mille 60.
Dopo gli incontri con Mario Franco e Stella Cervasio, l’evento si concluderà il 12 novembre con l’incontro con la scrittrice Antonella Cilento.

Storico dello spettacolo e studioso di cultura di massa, Ugo G. Caruso è nato a Cosenza nel 1956 e dalla metà degli anni Settanta vive a Roma dove si è laureato in Scienze Politiche. Critico cinematografico per oltre quindici anni, ha  lavorato a programmi radiofonici e televisivi ed è autore di numerosi saggi ed articoli.
Ha inoltre collaborato con le pagine culturali dell'”Unità”, intervenendo con taglio trasversale su fumetti, cinema, letteratura di genere, jazz, rock e sport.  È stato docente a contratto in vari atenei e ha curato diverse rassegne e cataloghi come consulente culturale di enti pubblici.
Ha fondato il “Movimento Telesaudadista”, un’associazione culturale che ha come fine lo studio e la riproposizione dell’immenso patrimonio televisivo classico.