Perché produrre una serie TV tratta da un film? Le risposte possono essere diverse. Per prolungare un successo, per mancanza di idee, perché la serialità consente di esplorare situazioni che la durata limitata di un film non permette. Negli anni ’70, telefilm tratti da film di successo, ce n’erano davvero tanti: Il pianeta delle scimmie, La fuga di Logan, M*A*S*H* ed altre che troverete in questa playlist. Non quelle citate, perché, costretti, come sempre, a darci un criterio di selezione, abbiamo preferito inserire casi di telefilm nati da sceneggiature originali scritte per il Grande Schermo. Quindi, per quanto la loro produzione sia sicuramente figlia del successo delle pellicole, non parleremo neanche del reboot di Romanzo criminale che deve più al libro di De Cataldo che al film di Michele Placido o del grande successo di Gomorra che, a conti fatti, è ormai quasi un brand sotto il cui scudo imbastire storie avvincenti sulla criminalità organizzata made in Naples che guardano più alla tradizione americana del gangster movie che a quella dei camorra movie nostrani dei ’70. Lo stesso dicasi per casi tipo Rosemary’s Baby, Il socio, Hannibal, Bates Motel, Quo Vadis Baby? o le serie sui supereroi del canale The CW (Agents of S.H.I.E.L.D o Agent Carter rappresentano un caso a parte in quanto facenti parte del Marvel Cinematic Universe, un vero e proprio ciclo narrativo voluto da Kevin Feige e cominciato con l’Iron Man di Jon Favreau). Dopo un paio di decadi povere di adattamenti dal Grande Schermo (ricordiamo Higlander dal film con Christopher Lambert e Nikita, prodotto in Canada e rifatto negli anni ’10 in America, dal celebre film di Luc Besson, ed il caso unico Stargate, in grado quasi di ripetere l’esplosione di spin off di Star Trek, con Stargate SG1, Stargate Atlantis e Stargate Universe più la serie animata Stargate Infinity; ma anche tentativi fallimentari quali Su e giù per il college tratta da Una pazza giornata di vacanza, o Ragazze a Beverly Hills, trasposizione televisiva, dell’omonimo film di Amy Heckerling, non eccelsa sebbene durata inopinatamente tre stagioni), il fenomeno, e di conseguenza la fenomenologia, delle serie tv tratte da film, ha conosciuto negli ultimi anni un nuovo boom e, stavolta, sembra, in molti casi, per la cronica mancanza di idee di una TV che ha moltiplicato le piattaforme di fruizione senza riuscire a riempirle di contenuti all’altezza. Ecco quindi il proliferare di telefilm tratti da pellicole del passato, o più recenti, non necessariamente di successo (perché una serie tratta da Limitless?): Minority Report, From Dusk Till Dawn (prima produzione originale del canale El Rey Network fondato da Robert Rodriguez, produttore anche della serie tv), Taxi Brooklyn (ulteriore propaggine del franchise Taxi made in Besson, come l’altra produzione seriale The Transporter), Parenthood (che di Parenti, amici e tanti guai di Ron Howard sembra riprendere solo il titolo originale) o The Sarah Connors Chronicles che, un po’ come i vari Terminator senza Cameron, pare quasi dettata dall’incapacità di arrendersi all’idea che ci possa essere un Terminator senza Cameron.
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