A quale hipster ci riferiamo? All’esistenzialista disegnato da Norman Mailer in The White Negro, che vive questa condizione come reazione alla cultura dominante (bianca) manifestandola prima di tutto attraverso l’ascolto di musica (nera)? No, l’hipster cui facciamo riferimento è quella figura che, ammettiamolo, odiano un po’ tutti, tranne gli hipster. L’hipster, oggi, è il nuovo paninaro, solo che si finge dandy. È, insieme coi grillini e Magalli, colui contro il quale si scatena principalmente l’ironia della rete. Colpa anche sua, è vero, così attento alla forma più che alla sostanza, alla barba e baffi in tagli strani, all’outfit, all’ecologia ostentata, alla musica indipendente dipendente dai soldi di papà ed alle letture (dis)impegnate. Ecco, questa lista è rivolta a lui. È lui che non può fare a meno di apprezzare questi film, ma per motivi diversi da quelli per cui li apprezziamo noi.
1 – 500 giorni insieme di Mark Webb
Hipster 2.0. for dummies. A noi piace, ma è il manuale, con le istruzioni per l’uso, per il perfetto hipster del Terzo Millennio, dall’outfit all’attenzione, tutta di superficie, al cinema europeo con tanto di omaggio alla Nouvelle Vague, ma con brano di Carla Bruni perché Jacques Brel o Serge Gainsbourg sono troooooppo vecchi.
2 – Her di Spike Jonze
Avete visto, forse, qualcosa di più hipster nel 2014 al cinema? Più del mestiere che fa Joaquin Phoenix? Più delle tracolle che tutti portano? Se c’è una cosa di cui siamo sicuri, dopo la visione, è che il sesso hipster non ci piace.
3 – Me and You and Everyone We Know di Miranda July
Miranda July è una musicista hipster, artista hipster, regista hipster che dirige un film hipster che, hipsterianamente interpreta, su un’artista visiva hipster che, per mantenersi, fa un lavoro hipster (la tassista per anziani). Insomma, non c’è via di fuga.
4 – La nostra vita comincia di notte di Ranald MacDougall
La prehipsteria dell’hipster, ovvero come Hollywood ha anticipato il/la mood-a attuale. Prendi un romanzo di Kerouac, I sotterranei, e lo strappi, che so? ad un John Cassavetes che un film da perfetto hipster lo aveva appena fatto: Ombre. Risultato: una pellicola non “negra”, ma sbiadita in cui George Peppard fa le prove per Colazione da Tiffany e addirittura il personaggio della tossica afroamericana del libro diventa Leslie Caron.
5 – Rushmore di Wes Anderson
Se dici hipster oggi pensi a Wes Anderson (ed un po’ a tutta la famiglia Coppola allargata, quella cioè che comprende anche i francesi acquisiti di Versailles: Air, Phoenix; in fondo anche Lost in Translation e Marie Antoinette sono hipster), ma se in molti lo hanno scoperto in I Tenenbaum, l’atto fondativo vero e proprio, quello in cui Anderson mette in abisso il suo Bildungsroman da hipster, è Rushmore, seconda fatica dietro la m.d.p.
6 – Be Kind Rewind di Michel Gondry
A proposito di crew di Versailles, anche Gondry è uno di loro. Be Kind Rewind non è uno dei nostri film preferiti (ed in fondo L’arte del sogno avrebbe più ragione di essere in questa lista), ma la retorica del bricolage, del fai da te (un hipster che si rispetti dovrebbe imparare a farsi artigianalmente le sue scarpe, ma sappiamo che, in realtà, se le fa fare) che normalmente Gondry pratica con risultati eccelsi, qui viene enunciata, difesa, mostrata come unica possibilità di resistenza all’irruzione del moderno. In fondo Gondry è un hipster vecchio stampo, ma forse è stato frainteso.
7 – La mia vita a Garden State di Zach Braff
Questo film ci permette di ribadire un concetto: questa lista non è fatta di film che disdegniamo, ma certo Nicholas Ray non poteva prevedere che Gioventù bruciata causasse la morte di ragazzi impegnati ad emulare le gare in automobile. Quindi non ce l’abbiamo con Zach Braff perché il suo umorismo stralunato, la poesia di certe scelte (il guardiano dell’abisso infinito) valgono più dell’effetto prodotto su orde di hipster emulatori.
8 – Il favoloso mondo di Amélie di Jean-Pierre Jeunet
Non solo film americani cap. 1 – Jeunet è stato un po’ il precursore, a ridosso del nuovo millennio, di un’estetica (fotografia, look) e di un’etica (quell’attenzione a cose che gli altri non notano) hipster. E forse lo è stato suo malgrado. Molti lo odiano per questo, noi no, anche se l’adorata musica di Yann Tiersen viene saccheggiata continuamente per commentare reportage giornalistici su gattini, bambini e tutto ciò che di tenero c’è al mondo.
9 – Submarine di Richard Ayoade
Non solo film americani cap. 2 – Il regista è uno dei protagonisti di The It Crowd ovvero il The Big Bang Theory made in UK. Un hipster nerd, quindi. Bel racconto di formazione con tutte le sue cosine hipster al posto giusto, dai riferimenti al cinema francese (qui c’è Gainsbourg, appunto, non la signora Sarkozy) al vintage furbetto (il montgomery, i vinili, le musicassette).
10 – Bianca di Nanni Moretti
Non solo film americani cap. 3 – Vi è mai venuto in mente che, forse, Nanni Moretti è stato l’hipster italiano ante litteram? Non levate gli scudi, lo sappiamo che è ben più profondo, ma, almeno fino ad un certo punto, quel suo gusto per lo sberleffo, per il look era al confine tra surreale e hipster. In Bianca la scuola è intitolata a Marilyn Monroe, in classe c’è il juke box e la coppia Jerry Lewis & Dean Martin alla parete e poi l’ossessione per le scarpe, il vasetto gigante di cioccolata…Abbiamo esagerato?
AHAHAHHA!