Amati (le donne amano gli uomini con i baffi, ma, di recente, anche moda e pubblicità a quanto pare) e odiati (sono un trend hipster e gli hipster sono i “nuovi” paninari per quantità di fiele riversata su di loro) i baffi hanno una storia artistica non trascurabile (chi non conosce i baffi alla Gioconda di Marcel Duchamp?). E tra le arti, la settima, quella cinematografica, ha sempre avuto coi baffi un feeling particolare. Ecco i più stilosi di sempre.
1 – I baffi di Mortdecai
È l’ultimo arrivato, il film di David Koepp (in uscita il prossimo 19/2/2015), che porta sul grande schermo il personaggio creato da Kyril Bonfiglioli (egli stesso dandy baffuto) affidandosi alla foga trasformista di Johnny Depp. Il personaggio di Charlie Mortdecai tiene particolarmente ai suoi baffi a manubrio, che pettina di continuo. E la strategia di lancio lo segue a ruota con un manifesto in cui i diversi personaggi (compresi quelli interpretati da Gwyneth Paltrow e Olivia Munn) hanno i baffi ed un hashtag inequivocabile, #ilBaffoèilnuovochic.
2 – I baffi di Charlot e di Hinkel
In un saggio contenuto nella celebre raccolta Che cosa è il cinema?, a proposito di Il grande dittatore, Andrè Bazin sostiene che quella dei baffetti à la Hitler sia riappropriazione e non furto. “Primo passo: Hitler prende a Charlot i baffetti. Secondo round: Charlot si riprende i baffetti, ma questi baffetti non sono più soltanto dei baffetti alla Charlot, sono diventati, nel frattempo, dei baffetti alla Hitler. Riprendendoli, Charlot conservava dunque un’ipoteca sull’esistenza stessa di Hitler. Con essi, si portava dietro quest’esistenza, disponendone a sua guisa“.
3 – I baffi di Groucho Marx
Insieme con le sopracciglia (dipinte, come del resto lo sono i baffi), il sigaro e gli occhiali, sono diventati una maschera (la indossano anche i genitori di Virgil Starkwell in Prendi i soldi e scappa e Amy Poehler in una spassosissima sequenza del recente spoof They Came Together). Magari i più giovani pensano solo che sia l’assistente di Dylan Dog ed è per questo che La guerra lampo dei Fratelli Marx andrebbe proiettato nelle scuole. E due uova molto sode!
https://www.youtube.com/watch?v=mMwQMmAyUh0
4 – I baffi dell’Ispettore Clouseau
Nella sfida con quelli di David Niven, nel primo film della serie, hanno vinto i baffi di Clouseau perché quelli di Niven sono di Niven e non di Sir Charles Lytton (il suo personaggio) mentre quelli di Clouseau sono suoi e non di Peter Sellers che lo interpreta. Ed i baffi, infatti, hanno seguito Clouseau anche in altre incarnazioni, quali Alan Arkin (L’infallibile ispettore Clouseau di Bud Yorkin) e Steve Martin (in La pantera rosa 1 e 2 del 2006 e 2009). Gli unici a non averli sono il sergente Sleigh che cerca Cloiseau in La pantera rosa – Il mistero Clouseau e Jacques Gambrelli (ovvero Roberto Benigni) in Il figlio della pantera rosa.
5 – I baffi del barone Ferdinando Cefalù detto Fefè
Fanno il paio con quelli della moglie Rosalia di cui Fefè si libera approfittando dei privilegi dell’articolo 587 del codice penale che prevedeva, come attenuante, il delitto d’onore. Pietro Germi cambiò registro incontrando successo di pubblico e di critica (Divorzio all’italiana vinse l’Oscar per la miglior sceneggiatura e Marcello Mastroianni il Golden Globe come miglior attore protagonista di commedia) grazie ad un copione impeccabile e ad una performance enorme di Mastroianni che curò il look (capelli impomatati e baffetto sottile) alla perfezione. La sera in cui si compie il tradimento di Rosalia coll’ex spasimante Carmelo Patanè, il barone Fefè va a vedere La dolce vita. Non riusciamo ad immaginarci il Dudù di Nino Manfredi in Operazione San Gennaro senza il Fefè di Marcello Mastroianni.
6 – I baffi di Hercules Poirot
Trattasi di creazione letteraria, è vero, ma nelle sue personificazioni cinematografiche, i baffi sono sempre stati importanti. Tra i tanti (Peter Ustinov in Assassinio sul Nilo e Delitto sotto il sole, Tony Randall in Poirot e il caso Amanda e, in tv, David Suchet), il nostro preferito è lo stilosissimo Albert Finney di Assassinio sull’Orient-Express di Sidney Lumet.
http://youtu.be/u0ykCP1AYlk
7 – I baffi di Pupetto Montmartre dagli Champs-Élysées
Nella villa di Giulia Sofia a Capri il maestro Antonio Scannagatti assume l’identità fittizia di Pupetto Montmartre dagli Champs-Élysées che cammina curvo e col braccio ciondolante, arrota la erre, sibila la esse e si arriccia di continuo il baffo per mimetizzarsi con l’eccentrica fauna, non meno finta di lui, che popola il posto. Tra un caffè che è una ciofeca ed “une imitation de Picassò” che, in quanto scienza, “va premiata” Totò dà vita ad uno dei suoi personaggi più memorabili in un film, Totò a colori, che è anarchia allo stato puro, come del resto il suo protagonista.
8 – I baffi di Ron Burgundy
Non potrebbe esistere Ron Burgundy, protagonista di Anchorman, senza baffi. Sono quelli a bilanciare l’affezione al cagnolino e la passione per lo shopping. Sono i baffi a farne una specie di Burt Reynolds delle news, aspirante macho e maschilista, messo in crisi dall’arrivo di Veronica Corningstone. Nella mitica scena del combattimento tra anchormen, Ben Stiller, nei panni dell’ispanoamericano Arturo Mendes, sfoggia un paio di mustacchi simili a quelli di White Goodman nel coevo Palle al balzo.
9 – I baffi di Catherine
Jules e Jim (protagonisti degli eponimi romanzo di Henri-Pierre Roché e film di François Truffaut) amano entrambi Catherine forse perché si amano tra loro. L’amore perfetto, probabilmente, è quello tra tre soggetti che si scambiano di continuo le parti. Del resto, chi può dire cosa sia maschio e cosa femmina? Non certo la lingua (“Noi diciamo in tedesco: il guerra, il morte, il luna, mentre sole e amore sono di sesso femminile: la sole, la amore. La vita è neutro” afferma Jules). Come potrebbe, allora, un linguaggio come il cinema? Catherine è la donna perfetta perché presenta un lato maschile pronunciato. Lo è anche quando si dipinge i baffi e diventa Thomas.
10 – I baffi di Gran Budapest Hotel
Gran Budapest Hotel, ultimo film diretto da Wes Anderson, è la fiera dei baffi stilosi: da quelli di M. Gustave (Ralph Fiennes) a quelli di Dimitri (Adrien Brody) passando per quelli accennati di Serge X (Mathieu Amalric) e M. Jean (Jason Schwartzman), quelli a manubrio di Henckels (Edward Norton) e quelli lunghi di M. Ivan (Bill Murray) è un trionfo di mustacchi che, come sempre quando si tratta del regista di I Tenenbaum, diventano feticcio, reperto vintage da omaggiare.