Essenza e apparenza in Adolescenza torbida e Frutto proibito: un’analisi di Ingrid Vaccino

Ray Milland and Ginger Rogers in Frutto proibito

L’idea di accostare due opere come Adolescenza torbida e Frutto proibito, apparentemente così distanti tra loro, nasce dalla riflessione per cui se riduciamo le trame dei film a quelle che potremmo definire come “unità minime” allora notiamo che si possono ascrivere alla stessa categoria nonostante appartengano a due generi distinti. L’unità minima nei due casi sopra citati potrebbe ricondursi alla frase “menzogna di una ragazza che sconvolge la vita di alcuni personaggi a lei legati da un incontro casuale” tenendo presente che in entrambi i film la tematica di fondo va messa in relazione con la contrapposizione tra l’essenza e l’apparenza quando con essenza intendiamo l’identità più profonda della persona e con apparenza invece il mostrarsi per ciò che non si è mascherando attraverso un velo la vera sostanza. Quest’ultimo aspetto – a tratti carnevalesco – è il punto di partenza dal quale prendono vita le vicende narrate nella commedia di Wilder e nel melodramma di Buñuel che, sebbene con motivazioni e uno sviluppo differente, lasciano spazio comunque a molti aspetti in comune.

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10 film da vedere prima (o dopo) il Family Day

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La famiglia è o dovrebbe essere il luogo in cui ci si sente protetti, sicuri, amati, indipendentemente da chi sia formata. L’idea di stabilire per legge cosa definire famiglia e cosa no è anacronistica e, fondamentalmente, fallita. Anche perché spesso accade che la famiglia tradizionale, come piace chiamarla ai più, sia, al contrario, il peggior posto in cui crescere. Il cinema ha spesso raccontato famiglie disfunzionali e non sempre con fine provocatorio, ma anzi con l’intento di smontare certe strutture societarie eterodotte e inneggiare ai legami d’amore che dovrebbero garantire la protezione e la sicurezza di cui sopra. Buona lettura.

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