Essenza e apparenza in Adolescenza torbida e Frutto proibito: un’analisi di Ingrid Vaccino

Ray Milland and Ginger Rogers in Frutto proibito

L’idea di accostare due opere come Adolescenza torbida e Frutto proibito, apparentemente così distanti tra loro, nasce dalla riflessione per cui se riduciamo le trame dei film a quelle che potremmo definire come “unità minime” allora notiamo che si possono ascrivere alla stessa categoria nonostante appartengano a due generi distinti. L’unità minima nei due casi sopra citati potrebbe ricondursi alla frase “menzogna di una ragazza che sconvolge la vita di alcuni personaggi a lei legati da un incontro casuale” tenendo presente che in entrambi i film la tematica di fondo va messa in relazione con la contrapposizione tra l’essenza e l’apparenza quando con essenza intendiamo l’identità più profonda della persona e con apparenza invece il mostrarsi per ciò che non si è mascherando attraverso un velo la vera sostanza. Quest’ultimo aspetto – a tratti carnevalesco – è il punto di partenza dal quale prendono vita le vicende narrate nella commedia di Wilder e nel melodramma di Buñuel che, sebbene con motivazioni e uno sviluppo differente, lasciano spazio comunque a molti aspetti in comune.

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