La famiglia è o dovrebbe essere il luogo in cui ci si sente protetti, sicuri, amati, indipendentemente da chi sia formata. L’idea di stabilire per legge cosa definire famiglia e cosa no è anacronistica e, fondamentalmente, fallita. Anche perché spesso accade che la famiglia tradizionale, come piace chiamarla ai più, sia, al contrario, il peggior posto in cui crescere. Il cinema ha spesso raccontato famiglie disfunzionali e non sempre con fine provocatorio, ma anzi con l’intento di smontare certe strutture societarie eterodotte e inneggiare ai legami d’amore che dovrebbero garantire la protezione e la sicurezza di cui sopra. Buona lettura.
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I 10 padri più madri di cinema e tv
Una volta le donne non potevano recitare. Quindi era normale che sul palco (di un teatro inglese del cinquecento o del teatro kabuki o di un teatro lirico) ci fossero attori maschi en travesti. C’è anche un travestitismo da difesa (Katherine Hepburn in Il diavolo è femmina, la coppia Curtis/Lemmon in A qualcuno piace caldo, quella derivativa e meno glamour De Sica/Banfi in Belli freschi), ma, siamo sinceri, il più ricorrente è quello da pochade, quello che mira a suscitare la risata di pancia. Da un po’, tuttavia, pare che cinema e tv abbiano cominciato ad interessarsi ad un altro aspetto transgender ovvero quello della genitorialità. E, tra la notizia di un genitore napoletano che abusa del figlio e lo vende sul web ed un #boycottD&G, ci è sembrato il modo migliore per parlare di paternità e di genitorialità in (o fuori dal) “genere”, nel giorno consacrato alla sua celebrazione. Ancora una volta ci fa piacere che questa lista ospiti, in chiusura, un contributo di un’allieva del corso di Analisi e critica di Pigrecoemme: Alba Tarabbo.