L’importanza di Roger Corman in 10 film

<<Mentre a Hollywood è tradizione che nessuno guadagni facendo cinema, comunque vadano le cose al botteghino, io sono riuscito a ricavare un profitto in circa duecentottanta casi di quei trecento […] In virtù della mia reputazione di fuorilegge, una nuova generazione di registi, nata dalla controcultura degli anni ’60, ha riconosciuto in me un artista-impresario non compromesso, capace di realizzare i suoi film al di fuori del sistema>>.
Roger Corman
 ha compiuto 90 anni. Ha significato per il cinema molto più di quanto oggi si sappia e gli si riconosca. E a quei nostalgici che pensano “altri tempi” diciamo non è così. La lezione di Corman non è facile da replicare, ma uno come Jason Blum lo sta facendo alla grande e mentre macina incassi con l’horror (oltretutto rigenerandolo) fa esordire Damien Chazelle e sforna la trilogia distopico-politica più importante degli anni ’10: The Purge. Signori, vi presentiamo, direttamente raccontata dalla sua voce e da quella di chi ha fatto esordire o quasi, l’importanza di Roger Corman
(Tutti i virgolettati sono tratti da Come ho fatto cento film a Hollywood senza mai perdere un dollaroR. Corman con Jim Jerome, Lindau edizione 1998)

1 – I vivi e i morti di Roger Corman

<<Dirigere un film, qualche volta, significa anche approfittare di imprevisti del genere. L’unica scena in esterni all’inizio di I vivi e i morti – quando Philip Winthrop cavalca nel bosco verso il castello – doveva apparire puramente fantastica. Fortuna volle che scoppiasse un incendio sulle colline di Hollywood proprio mentre stavamo andando in produzione. Sentii la notizia alla radio, in macchina, e feci subito inversione, per recarmi sul posto. Restai a guardare i pompieri mentre spegnevano la coda dell’incendio. Il giorno dopo ero là con una troupe ridotta al minimo: il secondo protagonista maschile, Mark Damon, e un cavallo. Era meraviglioso. Il terreno grigio di cenere, gli alberi carbonizzati e neri. Spargemmo un po’ di nebbia, per aumentare l’effetto. Ottenni esattamente quello che volevo: non si vedevano l’erba verde, le foglie degli alberi, né altri segni di vita organica. Era un film sulla follia e la rovina, e partiva con grande slancio: un incendio nel bosco che aveva devastato le case e le colline era una sequenza di apertura splendida>>.

2 – La piccola bottega degli orrori di Roger Corman

<<Mi ci vollero solo due giorni e il set rimasto da un’altra produzione per girare le sequenze principali di La piccola bottega degli orrori, ma il film è vissuto quasi trent’anni, fino a oggi [metà anni ’90, ndr], passando dagli spettacoli di mezzanotte nei campus ai cinema d’essai, dalle uscite in videocassetta ai remake per lo schermo e per il teatro. La ragione di questa stupefacente durata è in parte il fatto che, come mi resi conto subito, con quel film avevo creato un nuovo genere, quello della commedia nera horror>>.

3 – Terrore alla 13ma ora di Francis Ford Coppola

<<Quando Roger decise di non fare la regia del secondo film andai da lui e gli dissi: “Lo farò io. Lasciami soltanto prendere la macchina da presa, un po’ di attrezzature, qualcuno della troupe, e farò un thriller psicologico a basso costo”. Andai immediatamente a casa, e quella sera, dopo le riprese, scrissi la scena madre – la sequenza di un omicidio con la scure, alla Hitchcock – e gliela portai. Lui me la restituì con qualche modifica e disse: “Va bene. Se riesci a scrivere il resto della sceneggiatura così, ti darò 20000 dollari per farlo”>>. (Francis Ford Coppola)

https://www.youtube.com/watch?v=UM0wVAqexys

4 – La sparatoria/Le colline blu di Monte Hellman

<<Siccome ero sotto contratto [con la Columbia per dirigere Assalto finale che fu poi accreditato a Phil Karlson, ndr], non potevo girare per nessun altro in quel periodo. Però finanziai diversi film. Due western scritti da Jack Nicholson e diretti da Monte Hellman, La sparatoria e Le colline blu>>

5 – Bersagli di Peter Bogdanovich

<<Una volta Roger venne sul set. Disse: “Lo sai come gira Hitchcock…programma ogni ripresa, scrive tutto, prepara ogni cosa perfettamente. E sai anche come gira Hawks, vero? Non scrive niente. Non programma niente. E riscrive sul set”. “Lo so”. “Bene, per questo film voglio che tu sia Hitchcock“. Cercammo di farlo distribuire a una major, anziché alla AIPRoger disse che potevamo chiamarlo Bersagli se lo distribuiva una major, e Sangue e coca se restava alla AIP>>. (Peter Bogdanovich)

6 – America 1929 – Sterminateli senza pietà di Martin Scorsese

<<Amo i film di Bergman, ma erano quelli di Corman che studiavamo in giro per i cinema più scalcinati di New York […] Una volta disse: “Marty, devi cercare di fare un primo rullo perfetto, perché la gente vuole rendersi conto di quel che ha davanti. Poi ti serve un ultimo rullo perfetto, perché la gente vuol capire come va a finire. Tutto il resto non ha molta importanza”. E forse questa è la cosa più sensata che abbia mai sentito nell’ambiente del cinema […] Dopo Mean Streets, con New York, New York, Toro scatenato, Re per una notte, arrivai a 100 giorni di riprese. Per costringermi a ritrovare lo stile cormaniano accettai un film a basso budget intitolato Fuori orario. Quando feci L’ultima tentazione di Cristo girai un’epica biblica in 60 giorni, montando giorno e notte e utilizzando il tempo come avevo imparato a fare da Roger>>. (Martin Scorsese)

7 – Anno 2000 – La corsa della morte di Paul Bartel

<<Stallone, che io pagai circa 1000 dollari a settimana, chiese di poter riscrivere le sue battute, e lo lasciammo fare […] Si capì subito che Sly era un attore eccellente, anche se molti non se ne accorsero, o non vollero riconoscerlo. Incontrai Sly poco prima che uscisse Rambo. Sapevo che aveva lavorato con alcuni amici miei in quel film. “Come è andata?” gli chiesi. “Bene, però, quando ho visto il montaggio preliminare non finiva mai, faceva addormentare”. E m iraccontò che era andato dal montatore, che aveva lavorato ad alcuni dei miei film e gli aveva detto: “Taglialo e tieni l’azione…come fa Roger nei suoi film”>>

8 – Femmine in gabbia di Jonathan Demme

<<Il pranzo d’obbligo per l’esordio del regista, che ci fu prima di Femmine in gabbia, fu un momento straordinario, davvero stupefacente. Non perché fu Roger a chiedere il conto – anche se, in effetti, il pranzo al Cyrano fu gratis – ma perché mi sparò addosso una raffica di regole sulla regia, del tipo: trova occasioni, legittime e motivate, per muovere la macchina da presa, ma trova sempre il modo di muoverla; disse che l’occhio era l’organo più usato al cinema, e che se non coinvolgevi l’occhio non potevi in nessun modo arrivare al cervello. Usa più angolazioni interessanti che puoi. Non ripetere la composizione dei primi piani. Non ricordare all’occhio di aver già visto quella stessa cosa. Rendi il cattivo altrettanto affascinante quanto l’eroe. Un cattivo piatto, a una dimensione, non sarà spaventoso quanto un cattivo complicato, interessante. Fu impagabile. Quando feci Qualcosa di travolgente, anni dopo, mi resi conto che era un film cormaniano degli anni ’80>> (Jonathan Demme)

9 – Attenti a quella pazza rolls royce di Ron Howard

<<Mi presentai al pranzo per la mia prima regia ben preparato, con 90 diagrammi di riprese. Mi disse di girare almeno venti posizioni al giorno. Preparazione meticolosa, disciplina, compattezza nel montaggio, inflessibilità nel piano di lavorazione: questo era il metodo di Roger. Ancora oggi affronto una sequenza complicata come quella prima volta. L’ultima cosa che disse durante quel pranzo si rivelò poi felicemente profetica: “Le condizioni sono dure, i soldi pochi. Ma se farai davvero un buon lavoro con questo film, non lavorerai mai più per me”>> (Ron Howard)

10 – Piranha di Joe Dante

<<…quando ci servì una revisione della sceneggiatura di quello che infine divenne Piranha, offrii 10000 dollari a John Sayles […] Aveva fatto due stesure preliminari quando offrii la regia del film a Joe Dante, che lavorava da noi ai trailer. Joe girò dieci minuti di metraggio della scena iniziale durante la preproduzione a Los Angeles, un venerdì, ma il costo era troppo alto e così quel week end incontrai Jon Davison Joe per dirgli che avrei fermato il film senon fossimo riusciti a tagliare il budget. In realtà non lo avrei mai fatto, ma era vero che il budget andava tagliato , immediatamente>>. 

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