<<Mentre a Hollywood è tradizione che nessuno guadagni facendo cinema, comunque vadano le cose al botteghino, io sono riuscito a ricavare un profitto in circa duecentottanta casi di quei trecento […] In virtù della mia reputazione di fuorilegge, una nuova generazione di registi, nata dalla controcultura degli anni ’60, ha riconosciuto in me un artista-impresario non compromesso, capace di realizzare i suoi film al di fuori del sistema>>.
Roger Corman ha compiuto 90 anni. Ha significato per il cinema molto più di quanto oggi si sappia e gli si riconosca. E a quei nostalgici che pensano “altri tempi” diciamo non è così. La lezione di Corman non è facile da replicare, ma uno come Jason Blum lo sta facendo alla grande e mentre macina incassi con l’horror (oltretutto rigenerandolo) fa esordire Damien Chazelle e sforna la trilogia distopico-politica più importante degli anni ’10: The Purge. Signori, vi presentiamo, direttamente raccontata dalla sua voce e da quella di chi ha fatto esordire o quasi, l’importanza di Roger Corman.
(Tutti i virgolettati sono tratti da Come ho fatto cento film a Hollywood senza mai perdere un dollaro, R. Corman con Jim Jerome, Lindau edizione 1998)