Sabato 28 marzo, alle ore 16:00, per la rassegna Incontri fotografici, la Scuola di cinema e fotografia Pigrecoemme di Napoli presenta, nella sede di Piazza Portanova 11, il lavoro di due giovani fotografi: Marco Menduni, con un suggestivo reportage tra le luci e le ombre di Calcutta, e Nicola Palermo, con un’approfondita testimonianza sull’allucinante inquinamento dei Regi Lagni sul Litorale domizio.
Modalità di partecipazione
L’incontro, fino a esaurimento posti, è a ingresso gratuito e sarà presentato da Luca Sorbo, curatore dei corsi di Fotografia e di Fotogiornalismo della Pigrecoemme.
Prenotazioni e info al numero: 081 5635188.
L’incontro
La Calcutta fotografata da Marco Menduni è perfettamente riassunta da una nota frase dello scrittore Giorgio Manganelli: “Una allegoria, un labirinto, un incubo, una rivelazione.”
Città-antinomia, Calcutta tiene insieme l’orrendo e il sublime, la gioia e lo sconforto, il passato e il futuro, la ricchezza e l’indigenza fuse con incredibile naturalezza in uno stupefacente ed ipnotico caleidoscopio. E le foto di Menduni stanno al gioco lasciandosi incantare dagli sguardi dei suoi abitanti, dagli scorci vertiginosi sulla ricchezza e le contraddizioni di questa città, senza giudizio, ma sempre pronto a farsi rapire dalle sue ombre e a ritrovarsi nella sua luce.
Più articolato il lavoro di Nicola Palermo che alla Pigrecoemme presenterà il video “Segui il fiume e troverai la tua casa”, un reportage sulla drammatica situazione in cui versano i Regi Lagni sul Litorale domizio, che tiene insieme gli scatti di Nicola Palermo, montati da Franco Spinelli, con la voce narrante di Arturo Delogu, e un racconto di fantasia scritto da Roberta Muzio. La terra raccontata da questo video è il simbolo doloroso di un enorme fallimento: un’opera nata per migliorare e bonificare la Campania Felix, per difenderla dalle inondazioni ma che, alla fine, è stata il mezzo per ferirla a morte. Un viaggio nell’inferno del nostro mondo, che alla si apre però alla luce: l’oasi dei Variconi, un eden che annuncia che forse è ancora possibile salvare questa nostra terra e, con essa, noi stessi.