Strana immagine è la tua, disse, e strani sono quei prigionieri. – Somigliano a noi, risposi; credi che tali persone possano vedere, anzitutto di sé e dei compagni, altro se non le ombre proiettate dal fuoco sulla parete della caverna che sta loro di fronte? – E come possono, replicò, se sono costretti a tenere immobile il capo per tutta la vita?
Platone, Opere, vol. II
Nel Mito della Caverna platonico l’uomo che tenta di liberare i prigionieri e ricondurli verso la luce, per vedere non più solo l’ombra ma la verità delle cose è Socrate, e conosciamo bene il suo destino. Il destino del protagonista del film russo Durak (Il Pazzo) di Yuri Bykov, proiettato ieri pomeriggio al Grenoble, Institut français Napoli, nell’ambito della Rassegna Europa/Mediterraneo e già visto al Locarno Festival 2014, è solo in apparenza diverso. Dima Nikitin (Artem Bystov), idraulico che di notte studia per diventare ingegnere, ha ereditato dal padre un’onestà che lo fa schivo e silenzioso in un mondo saturo di parole urlate e di vendetta.