Nell’incipit di Tempi Moderni, diretto da Charlie Chaplin nel 1936, un famoso raccordo analogico accosta un gregge di pecore ad una folla di operai che salgono le scale della metropolitana per recarsi in fabbrica. Chaplin racconta in poco meno di dieci secondi l’alienazione del lavoro operaio. Da quella stessa metropolitana, una delle tante abbandonate in America, salgono i doppelgänger di Noi, anch’essi in tuta da operai. O da prigionieri di Guantanamo (e ci sono foto che ritraggono degli individui in tuta rossa chiusi in gabbie come quelle dei conigli nel film). E sono incazzati.