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MARCH-IO
Pubblicità ed identità contemporanee

 



IN BREVE: Cosa è stato March-Io?
L'evento, che ha avuto luogo nel dicembre del 2002, è consistito in:

  • Un ciclo di quattro seminari sui linguaggi della pubblicità e della comunicazione breve tenuti da professionisti del settore .
  • Tre workshop aperti sulla comunicazione breve e sui meccanismi linguistici della comunicazione pubblicitaria (copywriting, produzione audiovisiva , illustrazione pubblicitaria)-
  • Realizzazione da parte dei partecipanti ai workshop, sotto la guida di Pigrecoemme, di uno spot
    e di un manifesto per la Mediateca Santa Sofia del Comune di Napoli.
  • Organizzazione di una presentazione al pubblico delle produzioni realizzate: visione pubblica della campagna audiovisiva sopra indicata e una mostra che esponga bozzetti, storyboard, manifesti e quant'altro i workshop abbiano prodotto.
  • Pubblicazione del secondo numero dei “Quaderni della Mediateca” dal titolo March-Io. Pubblicità ed identità contemporanee a cura della Mediateca S. Sofia, in cui verranno raccolti gli interventi dei relatori intervenuti ai seminari, e arricchito da ulteriori saggi sulla comunicazione pubblicitaria. Il volume costituirà uno strumento di studio e di approfondimento a disposizione dei giovani utenti della Mediateca S. Sofia, nonché una memoria storica dell'evento organizzato.

 

MENO IN BREVE: il progetto MARCH-IO

Nel solco delle collaborazioni intercorse con la Mediateca
S. Sofia
, Pigrecoemme, nel dicembre 2002 ha presentato un progetto denominato MARCH-IO. PUBBLICITA' ED IDENTITA' CONTEMPORANEE, rivolto ai giovani, ed orientato all'approfondimento critico ed alla esperienza diretta di forme di produzione legate al tema della comunicazione breve ed in particolare a quella pubblicitaria, ambiti d'intervento che da sempre segnano la ricerca e le attività di Pigrecoemme, da sempre convinta che le diverse forme di comunicazione breve e, in particolare, quelle legate alla pubblicità, rappresentino uno degli scenari precipui della nostra contemporaneità, segnata, soprattutto (e in funzione dei nuovi aspetti dell'organizzazione economica globale), dal passaggio da luoghi di comunicazione precisamente individuabili (i mass-media) a spazi sempre più diffusi ed invasivi del messaggio.
I new media, ad esempio, se da un lato disegnano l'inedito paesaggio di una comunicazione non più unidirezionale, lavorando sulle dinamiche del “peer-to-peer” (si pensi alle Reti informatiche e in particolare all'Internet), dall'altro configurano nuovi luoghi sempre più estesi della comunicazione, e perfettamente coincidenti con la cinesica del ricettore/trasmettitore (si pensi, ad esempio, ai messaggi promozionali via sms e, soprattutto, alle possibilità di comunicazione commerciale, ora anche di tipo iconico, che si affacciano grazie al protocollo Umts).

 

Contenuti e motivazioni teoriche del progetto
“I consigli per gli acquisti? Un ritorno al futuro”... L'attacco con cui presentiamo questo progetto - un blend tra il noto motto di Maurizio Costanzo e il titolo della fortunata serie di film di Zemeckis, forti entrambi come un'efficace headline -, non sarà originale, ma fa perfettamente il punto. Nel senso che parlare dei meccanismi della comunicazione e, in particolare, della comunicazione commerciale, cioè di strategie d'informazione merceologica - i “consigli per gli acquisti”, appunto - non può eludere il dato che tecniche di promozione di merci e di servizi erano già presenti, addirittura, nella Roma classica. Un esempio? Prendiamo i ritrovamenti archeologici dell'area vesuviana. Ebbene, nei reperti di Pompei ed Ercolano, insegne di negozi, più o meno con ragionate soluzioni visive, e diverse iscrizioni di carattere precisamente promozionale, che non ignoravano affatto la moderna efficacia “sloganistica”, ci testimoniano ampiamente che le informazioni commerciali sono vecchie quanto la nostra civiltà.
Eppure, ad essere precisi, la pubblicità no. La pubblicità, infatti, è un affare recente. Nel senso che, come è noto, le strategie di promozione merceologica diventano “pubblicità” solo nel complesso sistema delle comunicazioni di massa, e questo è un fenomeno databile solo alla seconda metà del XIX secolo.
Ma la vera data di nascita della pubblicità moderna può essere indicata nel secondo dopoguerra, quando, tra le altre cose, i nuovi assetti geopolitici e l'enorme quantità di brevetti che derivavano dalla ricerca bellica, producevano in Occidente la cosiddetta “società dei consumi”.
Il quadro si complica ulteriormente quando le strategie di promozione merceologica incrociano la produzione di quella che Morin definisce “industria culturale” che disegna scenari inediti nei quali produzione e veicolazione commerciale si trovano, in certi casi, a coincidere. E' noto, in questo senso, il paradosso di Adorno, per il quale un brano di musica leggera sarebbe il jingle di se stesso. Coincidenza, tra contenuto e strategia di marketing, che, ad esempio sempre nella musica leggera, è oggi perfettamente realizzata nel videoclip che, non a caso, ai suoi albori veniva chiamato “promo-film”.
Ma è una vera “coincidenza” o piuttosto una strategia doppia? Perché in questo caso, la pubblicità lascerebbe scorgere una sua interessante declinazione metatestuale, nel senso che la pubblicità dovrebbe avere, a priori, un doppio obiettivo di comunicazione, presentare un prodotto e presentarsi come prodotto, dinamica che presupporrebbe una quantità del contenuto semantico della pubblicità sempre autoreferente e afferente a quello che Genette definisce come “palinsesto”.
Eppure, la vera novità della comunicazione promozionale contemporanea risiede nelle strategie etogenetiche su cui vive il meccanismo pubblicitario che segna il passaggio dalla modernità della pubblicità (che lavorava sui meccanismi atti alla fidelizzazione al prodotto attraverso strategie diacroniche) alla postmodernità (segnata da dinamiche di messaggi sincronici, finalizzati all'indicazione e alla costruzione di “personalità” di consumatori).
Intanto, è innegabile che il rapporto tra consumatore e marca, dalla metà del secolo scorso ad oggi, sia drasticamente cambiato. Un esempio è rappresentato dalle etichette dei prodotti di abbigliamento: da periferici “certificati di garanzia” posti all'interno del capo - che, al marchio della sartoria, aggiungeva tutt'al più i materiali della confezione - è oggi diventato il fulcro gestaltico e semantico dell'abbigliamento: è un'etichetta esterna, innanzitutto, che costringe colui che indossa il capo alla stessa funzione degli “uomini sandwich”, cosicché la cinesica di chi veste, ad esempio, un capo Nike è perfettamente funzionale alla diffusione del marchio. Un marchio esogeno, allora, che certifica l'appartenenza sì di un determinato prodotto ad una serie di prodotti (ad esempio, una maglietta Nike, con il trade-mark dell'azienda o il semplice logo, la nota ala stilizzata, certifica l'appartenenza di quel capo ad una collezione di quell'azienda), ma, attraverso meccanismi semantici allargati (pubblicità audiovisiva, su stampa, sponsorizzazioni attraverso il complesso sistema dei media) soprattutto, sancirebbe l'appartenenza di colui che indossa quel capo alla “comunità Nike”. La pubblicità come rito iniziatico?

Obiettivi
Il progetto March-Io. Pubblicità ed identità contemporanee si prefisse di fornire, attraverso una serie di tre workshop, condotti da professionisti del settore, rivolti, ciascuno, ad un massimo di trenta partecipanti, e di cinque seminari aperti al pubblico, a cura di esperti e docenti di comunicazione, uno sguardo sinottico sulle dinamiche della pubblicità, colte come costante processo di comunicazione etogenetico, una macchina in grado, cioè, di imporre modelli di comportamento e di condizionare profondamente le identità di ognuno. In questo senso, quello che oggi il cittadino occidentale sembra abitare è un mondo formato da contesti fittizi nei quali la produzione di “testi” nasconde, attraverso la costruzione di “contesti” sempre più luccicanti, istanze commerciali.
E', allora, quello degli spazi e dei tempi della comunicazione contemporanea e delle sue inedite forme, un ragionamento principalmente “politico”, come dimostra l'eloquente situazione italiana, con la drammatica coincidenza tra proposta politica e “consigli per gli acquisti”, che merita, di certo, un'ulteriore discussione.


“March-Io. Pubblicità ed identità contemporanee” mirò, dunque, a realizzare i seguenti obiettivi:

  • Dar vita, anche grazie all'intervento di professionisti del settore e di studiosi di fama, ad un momento di studio, confronto ed analisi approfondita dei codici linguistici appartenenti alle diverse forme della comunicazione breve con particolare riguardo a quella pubblicitaria, ed organizzare un evento articolato che contribuisse ancora una volta al prestigio della Mediateca S. Sofia come luogo privilegiato del dibattito culturale in Campania;
  • Presentare ai giovani che sarebbero intervenuti agli incontri adeguati strumenti interpretativi e critici per costruire una maggiore consapevolezza nei confronti delle dinamiche veicolate dai messaggi pubblicitari;
  • Fornire ai partecipanti ai workshop un'occasione di sperimentare direttamente le dinamiche professionali legate al settore pubblicitario (dal confronto con le esigenze del committente al primo brain storming, fino al lavoro di copywriting e alla realizzazione dell'art);
  • Realizzare una campagna pubblicitaria (stampa ed audiovisiva) per le attività della Mediateca S. Sofia che nasca dal lavoro dei workshop;
  • Documentare le attività svolte nel progetto attraverso la produzione di un secondo numero di QM Quaderni della Mediateca S. Sofia che perseguisse gli stessi obiettivi culturali del primo numero curato, nel 2001, da Pigrecoemme.

 

Ruoli e compiti di Pigrecoemme
Per realizzare gli obiettivi del progetto, Pigrecoemme sovraintese direttamente le seguenti fasi

  • progettazione ed organizzazione degli incontri seminariali e laboratoriali;
  • cura dell'ospitalità dei relatori;
  • moderazione degli incontri;
  • cura dei laboratori;
  • ufficio stampa degli eventi;
  • progetto grafico per materiale pubblicitario;
  • cura scientifica e curatela editoriale dei “quaderni”.

 

I destinatari del progetto
L'esperienza maturata, nel corso degli ultimi anni, consentì di individuare in giovani di istruzione medio-alta, soprattutto studenti di secondo grado ed universitari, uno dei target preponderanti della Mediateca S. Sofia.
Le attività pregresse (ad esempio quelle inerenti ai laboratori organizzati, nell'ambito del progetto Arcobaleno, sugli audiovisivi e sulle arti visive), hanno rivelato una platea di giovani estremamente interessata ad approfondimenti sulle professioni legate alla comunicazione.
Di conseguenza, si decise di formulare, soprattutto per questo pubblico, una proposta articolata e complessa sul piano culturale, ma anche “aperta” alle istanze della creatività dei partecipanti e tale da fornire, vieppiù, un primo orientamento professionale su tali ambiti lavorativi.

Forme di attrazione e coinvolgimento dei destinatari
Il coinvolgimento degli utenti sarebbe avvenuto su due piani paralleli:

  • attraverso un collaudato ufficio stampa che, come per precedenti manifestazioni, svolte in collaborazione tra la Mediateca e Pigrecoemme (la videorassegna 'O Curt; i corsi del Progetto Arcobaleno ed i convegni organizzati nel dicembre 2001 sul tema del cinema postmoderno dopo la tragedia di massa), si sarebbe occupato di promuovere gli eventi presso le principali testate giornalistiche e televisive cittadine;
  • attraverso una serie di incontri con i responsabili degli istituti scolastici delle città, possibili grazie alla già esistente rete di contatti di cui Pigrecoemme dispone, finalizzati a promuovere presso gli studenti le attività del progetto.

L'idea che il lavoro di promozione veicolò fu, soprattutto, quella che il progetto “March-Io. Pubblicità ed identità contemporanee” avrebbe permesso a coloro che avessero seguito i workshop, non solo di seguire una serie di interessanti momenti di formazione culturale, ma anche di entrare a far parte di un stimolante circuito creativo e di orientamento professionale.

 

4. Organizzazione delle attività
Il progetto si articolò sui seguenti punti:

  • Un ciclo di quattro seminari tenuti da professionisti del settore pubblicitario e da esperti di comunicazioni di massa (docenti universitari, saggisti).
  • Tre workshop sulla comunicazione breve, sui meccanismi linguistici della comunicazione pubblicitaria e sulle arti visive finalizzati a realizzare una campagna pubblicitaria audiovisiva e cartacea sulle attività della Mediateca S. Sofia.
  • Organizzazione di un evento per la presentazione al pubblico delle produzioni realizzate: visione pubblica della campagna audiovisiva sopra indicata e una mostra che espose bozzetti, storyboard, manifesti e quant'altro i workshop produssero.
  • Pubblicazione del secondo numero dei Quaderni della Mediateca dal titolo “March-Io. Pubblicità ed identità contemporanee” a cura della Mediateca S. Sofia, in cui sono stati raccolti gli interventi dei relatori intervenuti ai seminari, oltre ad ulteriori saggi sulla comunicazione pubblicitaria.

 

4.1 Seminari e relatori
I seminari sono stati tenuti dai seguenti studiosi di comunicazioni di massa e professionisti del mondo della comunicazione pubblicitaria:

  • Danieli Pittèri, professore di Teoria e tecniche della pubblicità presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università La Sapienza di Roma, è intervenuto su "March-io. Identità dei marchi ed etogenetica".
  • Marco Benoni, direttore della casa di produzione pubblicitaria Artevideo (tra i cui committenti si annoverano Fiat Auto e Barilla) è intervenuto sul tema "Il lavoro sul set per un film pubblicitario".
  • Aldo Vella, architetto e direttore dei Quaderni Vesuviani, è intervenuto su "Luoghi e loghi. Spazi pubblici e pubblicità."
  • Antonio Maraldi, direttore del Centro cinema Città di Cesena e saggista, ed il fotografo di scena Franco Biciocchi hanno affrontato il tema "Pubblicitazione. Il cinema e la pubblicità, dal product placement allo spot"

4.2 I workshop
Il progetto prevedeva la realizzazione di 3 workshop di 25 ore ciascuno, aperti a un numero di un massimo 30 utenti ciascuno. I laboratori verterono rispettivamente sui seguenti punti:

  • Il Copywriting. Il laboratorio, a cura dell'operatore di Pigrecoemme Corrado Morra , vertè sullo studio delle tecniche di comunicazione breve e in particolare di quella pubblicitaria. Nel corso del laboratorio si analizzarono spot pubblicitari e videoclip allo scopo di coglierne i meccanismi di comunicazione e di individuazione del target. Parallelamente si lavorò alla progettazione di una campagna pubblicitaria a favore della Madiateca S. Sofia, attraversando tutti i passaggi ad essa connessi: indagine di marketing, definizione dello stile della comunicazione, individuazione dello slogan, dell'headline e del pay-off, realizzazione della sceneggiatura per uno spot.
  • La produzione audiovisiva. Il secondo laboratorio, a cura di Giulio Arcopinto e Rosario Gallone di Pigrecoemme, partì alla scadenza del primo, recependone gli output. Questo secondo gruppo laboratoriale andò a costituire una vera e propria troupe di produzione che ebbe il compito di realizzare uno spot sulla base del materiale prodotto dal laboratorio di copywriting. Nell'atto stesso di realizzare lo spot , i partecipanti sperimentarono in progress le varie fasi connesse al processo di produzione (spoglio, pre-produzione, pianificazione, produzione e post-produzione) e i ruoli necessari alla realizzazione di una produzione (regista, direttore di produzione, segretario di edizione, montatore, ecc.)
  • Illustrazione pubblicitaria. A cura di Maria Manna, operatrice dell'Associazione Artè, il workshop nacque dal confronto tra le tecniche artistiche tradizionali ed i nuovi linguaggi digitali attraverso cui, oggi, si articola il messaggio pubblicitario. Eppure, verso la fine dell'800, come è noto erano gli artisti, tra i quali Toulouse-Lautrec e Bonnard, a realizzare i manifesti pubblicitari con tecniche classiche come la litografia e l'uso del colore pieno. Mentre uno dei manifesti, in cui l'opera d'arte si fondeva alla immagine fotografica, fu realizzato da Mirò, che sovrappose i suoi segni-colore al riporto fotografico della testa di uno dei personaggi-marionetta dello spettacolo di Mori el Merma.
    Oggi, però, la maggior parte delle campagne pubblicitarie vengono realizzate con l'uso del computer, che, sicuramente rende il lavoro molto più veloce e consente anche una illimitata produzione, ma perde al tempo stesso, di quella autenticità artistica che veniva fuori da un lavoro disegnato manualmente e in forma limitata. E' per questo motivo che si è pensato di strutturare il laboratorio di “illustrazione artistica” nel modo più artigianale, quindi la realizzazione di bozzetti, mini storyboards, manifesti e dipinti, saranno realizzati come delle vere opere d'arte, privilegiando l'uso del colore e della materia.

 

4.3 L'evento: “Mani per un Manifesto”
Al termine del workshop di “art direction” e illustrazione, fu scelto tra le opere realizzate, il lavoro che più si adeguò allo slogan proposto e all'intera campagna pubblicitaria. Inoltre, tutte le altre realizzazioni sono state oggetto di una esposizione, che raccontava tutto il progetto di creazione del manifesto, attraverso le svariate immagini proposte dai giovani coinvolti in questo laboratorio. L'evento fu articolato in due momenti: a fine dei laboratori il manifesto prescelto venne assemblato allo slogan, divenne quindi, pronto per essere prodotto graficamente e per essere il protagonista di un'esposizione. Successivamente come già precedentemente accennato, tutti gli altri lavori realizzati sono stati raccolti in una mostra dal titolo “Mani per un Manifesto” che fu allestita presso la Mediateca S. Sofia.