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Kill Bill vol.1
(Usa 2003) di Quentin Tarantino con Uma Thurman,
Lucy Liu, David Carradine, Vivica A.Fox, Daryl Hannah
Bel tipo Weinstein! Impone a Scorsese
una sforbiciata di quasi un'ora al suo Gangs of New York
per poterlo mandare in sala in un'unica soluzione (da 180 minuti) e poi
divide in due "the 4th film by Quentin Tarantino", al
quale, lo si intuisce sin dalla prima, qualche taglio avrebbe giovato.
Intendiamoci, il precocemente san(tificato) Quentin resta
uno in gamba, uno che riesce a trascendere la citazione riformulandone
la mitopoiesi (la tuta gialla da motociclista di Black Mamba sarà
ricordata come tale e non come ammiccamento a quella simile, da ginnastica,
indossata da Bruce Lee in L'urlo di Chen terrorizza anche
l'Occidente), ma, rispetto allo struggente crepuscolarismo di
Jackie Brown, Kill Bill segna, dal punto di
vista narrativo, una regressione. Non a caso questa prima parte è
denominata "volume 1" ed è suddivisa in capitoli
(che, come al solito, non tengono in alcun conto la cronologia degli eventi)
come un romanzo (d'appendice: vendetta, morte, agnizione). In realtà
trattasi più di una pandetta in cui il regista riversa gran parte
del suo cinetelescibile (un'operazione, in fondo, simile a quella da lui
servita ad Oliver Stone per Natural Born Killers).
Per lo spettatore in profondità (per usare una categoria di Miccichè)
si trasforma in un simpatico trivial (la maschera Kato e la sigla
di Green Horneti, Bill/Charlie ed i suoi ang...diavoli,
Bruce Lee e l'Elvis di Jailhouse Rock, il
manga ed il Morricone degli spaghetti-western, Ironside
e Giulio Petroni e Charlie Chan), ma per quello superficiale
(ancora Miccichè) il gioco fine a se stesso lascia l'amaro
in bocca.
(Rosario Gallone)
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