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A
cura di Corrado Morra
Fotografie: Gianpaolo Vitelli
Pogetto grafico: Amedeo Califano
Comunicazione web: Giacomo Fabbrocino
Sito ufficiale dell'artista
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La
mostra
Tele e
tavole di rara sensibilità, quelle di Riccardo
Zinna,
in cui si stratificano, come sedimenti di memorie, i gesti
e le passioni di una sapienza linguistica e di una messe
di rimandi poetici inaspettati e di rara suggestione. Un
teatro di passioni il cui demone principale resta la sublime
potenza di Francis Bacon, più che maestro evocato,
vero e proprio “corpo da abitare” di questa pittura,
personaggio, per dir meglio, da interpretare in quel lavoro
sulla drammaturgia che Zinna, prima di tutto attore ispiratissimo
e interprete di straordinaria sensibilità, compie
da sempre.
E la sua è, soprattutto, un'interessante pittura materica,
fatta di corpi dolenti, vinti, piegati dal lavoro di devastanti
passioni (come in Venice Within The
Love 1), o dal patimento
di attese infinite che – ora nella sineddoche del gesto
del torero (Before The Bullfight With
Thoughts), ora nell'annuncio
del tepore di un corpo muliebre, come nella promessa del
languore di Nocturne, Then It Seemed
To Be Vilma, – testimoniano,
innanzitutto, della sofferenza e della mesta vanità della
condizione umana.
Sono corpi sempre sospesi tra la consapevolezza del dolore,
allora, e il breve delirio del piacere: corpi-fantasma come
ci dicono la campitura eterea che copre, come garza a lenire
ferite, Nocturne With Nocturnal Bird; o corpi-violati come
l'oro abbagliante e la veemenza di un cromatismo all'improvviso
fauve ci ricordano dal potente Before
The Bullfight With Flowers.
Altrove le declinazioni del dolore (fino al gesto esiziale
di un suicida nella postura del dio del Golgota di Nocturne,
The Last, dio del fatale ed estremo promontorio che nel bel
Golgotha Free Fall diventa l'esplicita metafora del patimento
di ognuno), si trasformano in un altarino personale di contrizione
e preghiera come nella pur aggraziata ed ombrosa mestizia
di certi suoi studi per ritratti di derivazione leonardesca
o, ancor meglio, nell'anelito all'altrove e, insieme, al
dubbio come accade ne L'ora di Religione, un lavoro che,
riprendendo addirittura uno studio del '77, presenta un misterioso
personaggio di sapore settecentesco e una scimmia di landolfiana
memoria entrambi con perplessi “sguardi in camera” che,
in una spazialità risolta in poche linee alla maniera
di Bacon, oscurano il campo lungo di una croce d'oro, egida
dell'Altissimo, ma anche, ormai, simbolo muto e vano.
Ma in queste opere non è affatto estranea la potenza
dell'ironia e il gusto per il gioco come, ad esempio, è chiaro
in Nocturne
Narcissus And The Dog in cui un cane blu, tirato
dal fil rouge di un guinzaglio-capestro, restituisce
a chi guarda tutto lo stupore dell'agonia senza senso cui
il fato ci costringe; e gli stessi segni carichi di stupore
tornano anche in Before
The Bullfight With Dog, un'intensa tauromachia
che mette insieme un taglio grafico à la page come
quello di Gianluigi Toccafondo e una stupefacente
colorazione degna di Lorenzo Mattotti, in
uno straordinario pastiche rococò.
Corrado
Morra
Nota
biografica
Riccardo Zinna è nato a Napoli nel '58. Si
diploma al Liceo artistico nel '77 e frequenta il primo anno
del corso di scultura dell'Accademia di Belle arti di Napoli
sotto la guida del maestro Augusto Perez.
Musicista e attore è, negli anni Settanta, tra i fondatori
con Silvio Orlando, Eduardo Santelia e Domenico Ciruzzi,
del Teatro dei resti. Per il cinema ha lavorato con i seguenti
registi: Francesca Archibugi, Andrea Barzini, Antonio Capuano,
Genovese e Miniero, Valerio Jalongo, Daniele Lucchetti, Nanni
Moretti, Carlo Mazzacurati, Gabriele Muccino, Luciano Odorisio,
Giuseppe Piccioni, Giuseppe Rocca, Gianluca Maria Tavarelli,
Gabriele Salvatores. In questi giorni in programmazione nelle
sale, Zinna ha il film di Antonietta De Lillo Il resto di
niente dove interpreta Pasquale Tria, marito della Pimentel
Fonseca cui dà il volto l'attrice portoghese Maria
de Medeiros. L'artista vive e lavora tra Ercolano e Roma..
Le
Pieghe: un ciclo di mostre “nascoste”
Le Pieghe è il primo ciclo espositivo prodotto all'interno
dei nuovi spazi di Pigrecoemme di Piazza Portanova. Il ciclo,
inaugurato lo scorso febbraio con la personale
di Salvatore Morra-Supino, presenterà con cadenza bimestrale fino
alla fine dell'anno, una serie di mostre e performance che,
di volta in volta, si preoccuperanno di dar luce ad artisti,
temi, suggestioni, rimandi, persi tra le pieghe del “franchising” delle
proposte culturali cittadine o - ancora più colpevolmente
- non ancora svelati.
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L'esposizione è visitabile
dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 16, fino
al 27 maggio
Info: info@pigrecoemme.com --------- tel.
081 5635188 |
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