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Se fossi in te (Italia
2001) di Giulio Manfredonia con Emilio Solfrizzi, Gioele Dix, Fabio De
Luigi, Lunetta Savino, Paola Cortellesi, Manuela Ungaro
In questa stagione, il cinema
italiano sembra aver recuperato quella sana medietà (non mediocrità)
che ha fatto, in passato, la sua fortuna. L'ultimo
bacio, Le fate ignoranti, Chiedimi se
sono felice (campioni d'incassi), Al
momento giusto, Almost Blue,
Qui non è il paradiso, I
cavalieri che fecero l'impresa
(purtroppo ignorati) hanno scalzato definitivamente (e fortunatamente)
i paladini della commedia volgartelevisiva (fatta eccezione per
Bodyguards, che, però, ha beneficiato della consueta
uscita natalizia). All'elenco si aggiunge, a fine annata, Se fossi
in te, opera prima di Giulio Manfredonia, con un cast di
attori da televisione intelligente. I produttori la definiscono un If...comedy
(il cui referente principale sarebbe Sliding Doors, ma si
veda anche il recente Nei panni dell'altra), ed è
abbastanza facile arguire perché, visto che l'if è
presente fin dal titolo. Tre persone, insoddisfatte della loro vita, si
ritrovano su di una spiaggia, durante una notte stellata. L'invidia che
provano reciprocamente ed il desiderio di una seconda chance, si
concretizzerà nel momento in cui ognuno di loro prenderà
magicamente il posto di uno degli altri (senza che amici e parenti notino
la differenza). Siamo, quindi, anche dalle parti di quel filone sugli
scambi d'identità che, finora, ha coinvolto adulti e adolescenti
(Tutto accadde un venerdì, Tale padre tale
figlio, Vice Versa), uomini e donne (Nella
sua pelle). La storia tiene bene, i dialoghi (cui hanno collaborato
Marco Dose ed Antonello Presta, autori, tra l'altro, della
trasmissione radiofonica Il ruggito del coniglio), una volta
tanto, sono ben scritti, ed i protagonisti risultano più simpatici
che convincenti (non vale per Gioele Dix, assolutamente perfetto
nel ruolo dell'individuo detestabile), ma di questi tempi...
Decisamente azzeccato l'escamotage finale (tutte le coppie si ricostituiscono
evitando, accuratamente, il trito espediente del "rientriamo nei
nostri panni"): in qualche modo, un apologo, sui generis,
della famiglia allargata.
(Rosario
Gallone)
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