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Femme Fatale (Usa 2002) di Brian De Palma con Antonio Banderas, Rebecca Romijn-Stamos, Peter Coyote, Gregg Henry


Il ruolo di Bardo, originariamente, era stato assegnato a John Travolta, ed alla fine del film è chiaro perché. Le cose sono andate diversamente, ma De Palma riesce a portare a compimento un giochino metatestuale anche con Banderas. Laura, la protagonista, accenna ad una stripdance molto simile a quella di Melanie Griffith in Omicidio a luci rosse (e c'è anche Gregg Henry), dopo di che, salvata dall'aggressione di un brutto ceffo (quel Jo Prestia che in Irréversible stupra la Bellucci e sfugge alla vendetta, mentre qui - curioso, quanto, crediamo, involontario rimando - le prende prima di riuscirci), consuma un amplesso con "il bell'Antonio". Insomma, il doppio di Melanie (che nella pellicola di cui sopra era a sua volta una "doppiatrice") fa l'amore col legittimo marito dell'originale. Il doppio è il leitmotiv dell'ultima fatica depalmiana, così come il falso lo era di Omicidio in diretta. Doppia la vita di Laura Ash (anzi le donne con quella fisionomia sono proprio due), doppia la possibilità offerta dal destino, doppio lo schermo in alcune sequenze, doppio il gioco che la moglie dell'ambasciatore fa con il malcapitato fotografo, doppio del Bolero di Ravel è il commento iniziale e finale di Sakamoto, doppie di altre (in altri suoi lavori) sono alcune sequenze (la rapina a Cannes ha un che di Mission Impossible; la morte del marito e della figlia rimanda a Complesso di colpa; l'agguato alla cameriera nella camera d'albergo riprende - guarda un po'! - Doppia personalità che a sua volta rifaceva Tenebre di Argento; il tutto, come già detto, pare quasi una postilla di Blow Out). Che le trame, ormai, siano per Brian poco più di un pretesto è un fatto risaputo, ma qui, purtroppo, l'eccesso di esibizione va a scapito dello spettacolo ed il sottoscritto, per buoni tre quarti d'ora (da quando Bardo si presenta in hotel, fingendosi maldestramente gay, alla resa dei conti sul ponte) si è annoiato. E la noia non si sposa bene con la suspense, caro doppio di Hitchcock.

(Rosario Gallone)

 

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