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The Dreamers
(Inghilterra, Francia, Italia 2003) di Bernardo
Bertolucci, con Eva Green, Michael Pitt, Louis Garrel.
Ispirato ai tre principi guida della
sua poetica autoriale - Marx-Freud-Godard - The Dreamers,
ultimo, atteso film di Bertolucci, ci sembra una pellicola molto più
complessa e stratificata rispetto alla riduttiva etichetta nostalgica
che gli è stata cucita addosso con approssimazione sensazionalistica;
così come fuorviante e qualunquista è la riduzione dellintera
operazione a orgoglioso recupero di istanze e fermenti sessantottini.
Come per gran parte della filmografia dellautore di Ultimo
Tango a Parigi, una lettura vilmente contenutistica del suo
cinema porta con sé il rischio della riduzione dei grandi temi
del pensiero critico del 900 ad una sorta di bigino illustrativo.
Come altrove il cotè politico è indissolubilmente intrecciato
con una dimensione più intima ed esistenziale (il corteo iniziale
a favore di Henri Langlois e la carica dei manifestanti
contro la polizia nel finale incorniciano una vicenda tutta consumata
in un elegante interno borghese) come oscillante è la anche la
polarità osmotica arte-vita (numerosi sono gli innesti autobiografici,
scoperto è linvestimento soggettivo dellautore che
si sdoppia fra lingenuità irrimediabilmente provinciale del
giovane americano a Parigi e laffettazione engagé dei due
gemelli).
The Dreamers è un ménage à trois dalle
innegabili risonanze letterarie (che disinnescano col loro portato gli
aspetti più pruriginosi del racconto); la storia di uneducazione
sentimentale di esaltante, bruciante euforia; una ronde di corporea flagranza
ed esaltanti lievitazioni cinefile (lazimut emozionale lo si tocca
con le immagini finali di Mouchette di Bresson).
Puro piacere della visione, The Dreamers è lennesimo,
estatico esempio di come il cinema riesca ad inglobare e trasfondere,
nel suo ontologico sortilegio, ethos, eros e politica.
(Marco Rambaldi)
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