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Le cinque variazioni

(Danimarca/Svizzera/Belgio/Francia 2003) di Lars Von Trier & Jorgen Leth con Claus Nissen, Jørgen Leth, Lars von Trier, Jacquline Arenal, Daniel Hernández Rodriguez, Patrick Bauchau, Alexandra Vandernoot

Il regista Lars Von Trier, classe 1956, convoca nel suo studio il regista Jorgen Leth, classe 1937, e gli propone di rifare per cinque volte un suo cortometraggio del 1967: l'ironico e sperimetale Det perfekte menneske (L'uomo perfetto). Ogni voltà, però, Leth dovrà rispettare delle limitazioni imposte dal sadico autore di Dogville.
la prima delle cinque variazioni deve essere realizzata a Cuba, senza set e con inquadrature di 12 frame, ovvero di mezzo secondo.
Nella seconda, da girare a Bombay, il protagonista deve essere lo stesso Leth che, fra l'altro, deve riprendere qualcosa di insostenibile.
Per la terza variazione Trier inventa presumibilmente l'ostacolo più difficile: il remake deve essere realizzato senza nessuna regola particolare da rispettare. Esso dovrà semplicemente essere il frutto dell'attuale sensibilità di Jorgen Leth.
Il quarto ostacolo consiste nel dover rifare Det perfekte menneske con la tecnica del cartoon.
Nella quinta ed ultima variazione, il cui meccanismo non sveliamo, la mise en abyme dà le vertigini e, non senza un po' di amara autoironia, mette a nudo le intenzioni di Von Trier e, ancora una volta, alcune sue idee sul cinema.
Il senso dell'operazione è chiaro: imporsi delle regole costringe il cineasta ad cercare uno stile e a porsi in maniera critica nei confronti della materia. Leth, sembra di capire, è un regista legato all'uomo, ed in ognuna delle variazioni non riesce a concentrarsi su altro. Per realizzare il cartoon, ad esempio, si rivolge a Bob Sabiston l'apprezzatissimo animatore che ha lavorato con Linklater a Waking Life, e che con il rotoshop ha portato a nuovi livelli qualitativi la tecnica del roroscoping che consiste, appunto, nel realizzare animazioni partendo da riprese dal vero.
Spieghiamoci: quest'ultima beffarda operazione di Von Trier non dice niente di inedito sul cinema o sul mondo, ma parla beffardamente del cinema e del mondo, e questo ci sembra abbastanza. Inoltre, nel finale, il film riesce persino a commuovere. Peccato che i cinque corti, tutti di pregevole fattura, non vengano mostrati nella loro interezza. Magari in DVD...

(Giacomo Fabbrocino)


Jorgen Leth

io sono una femmina

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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