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Y tu mama
tambien (Messico 2001) di Alfonso
Cuarón con Diana Bracho, Gael García Bernal, Diego Luna,
Maribel Verdú
Messico: due 18enni,
amici per la pelle, partono per il mare in compagnia della matura ed affascinante
Luisa.
L'opera seconda di Cuaròn, dopo il dimenticabile Paradiso
Perduto, merita appieno i consensi raccolti a Venezia (premio
per la sceneggiatura e Premio Mastroianni ai due protagonisti),
non fosse altro che per il modo in cui il regista messicano utilizza i
topoi del cinema giovanilistico (la sensualità esplosiva,
l'estate, la marjuana) per parlare, con progressive aperture narrative,
della provvisorietà, della caducità di tutte le cose terrene,
soprattutto delle più belle.
La situazione di equilibrio iniziale si modifica dopo l'ingresso, nel
sistema ternario dei protagonisti, del sesso; ma è il mondo intero
(ce ne accorgeremo lentamente) ad essere un sistema di elementi transitorii.
L'amicizia, l'amore, i paradisiaci paesaggi messicani sono destinanti
a svanire. Quel che resta, come dice Luisa, è una vita come
la schiuma dell'oceano, alla quale bisogna solo mescolarsi.
Da notare la presenza, in questo film, di una singolare voice over:
uno dei narratori più onniscenti della storia del cinema, che,
tuttavia, non è a parte del segreto fondamentale tra i due coprotagonisti
maschili; mentre risulta un'interessante coincidenza, l'utilizzo, nella
colonna sonora, in un film tanto permeato di thanatos, di By
this River di Brian Eno, tema portante anche de La
stanza del figlio di Moretti.
Que viva Mexico!
(G.F.)
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