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Ultimo
tango a Parigi (Italia 1972) di Bernardo
Bertolucci con Marlon Brando, Maria Schneider, Jeanne-Pierre Léaud,
Massimo Girotti
Un uomo (Brando) ed
una ragazza (Schneider) instaurano una relazione sessuale con la
complicità di un galeotto appartamento sfitto.
Lo schema narrativo dell'orco e della fanciulla, che dura fino a quando
i due non si rivelano neanche i rispettivi nomi, muta repentinamente,
per sfociare nella poetica della belle dame sans merci, non appena
l'uomo decide di svelare alla donna la sua storia e la sua identità.
Bertolucci, tra raffinati ammiccamenti metalinguistici (e.g.
la scena dell'arrivo alla stazione di Léaud), avvolgenti
assoli sax di Gato Barbieri, pregevolissimi virtuosimi luministici
del maesto cinematographer Vittorio Storaro, e nonostante
qualche caduta di tono nelle scene erotiche (che spesso, ammettiamolo,
sfiorano il ridicolo) riesce a condurre un'opera struggente sul tema della
solitudine dell'uomo moderno imprigionato nella dolorosa condizione di
monade. Il corpo appena segnato dal decadimento di Brando e quello
morbido e sensuale della Schneider sono perfetti per incarnare
i demoni esistenzialisti di derivazione baconiana (i titoli di
testa presentano due quadri del grande pittore inglese e il film si apre
su un urlo disperato di Brando) che delineano gli orizzonti assiologici
del film.
Ultimo tango a Parigi fu condannato la rogo dalla censura
dell'epoca; oggi non può che commuovere.
Nel cast figura anche la futura regista Catherine Breillat.
(G.F.)
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