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Tredici
spettri (Usa 2001) di Steve Beck con
Tony Shalhoub, Embeth Davidtz, F.Murray Abraham, Matthew Lillard
Il pubblico degli anni '50
si accontentava di maschere di gomma in un'esile canovaccio condito con
suspence ed atmosfera macabra. Oggi lo spettatore è più
esigente in fatto di messa in scena, ma si accontenta ancora dell'esile
canovaccio. Tredici spettri, remake dell'omonimo
film di William Castle (1960), non è da meno con le spettacolari
e complicate scenografie (che potrebbero essere apprezzate, soprattutto,
da architetti e vetrai), con gli fx di alto livello e con le apparizioni
mostruose. Esteticamente postmoderna, la pellicola attinge da Cube,
da Haunted House, da Shining, e chi più
ne ha più ne metta, ma riesce, comunque, al di là del giochino
citazionistico, a fare il suo dovere: far sobbalzare dalla poltrona e
regalare agli appassionati la stessa soddisfazione che provavano cinquant'anni
fa. Un personaggio dice: "Chi vive in una casa di vetro, è
meglio che non giochi coi sassi". Bel commento autoironico pronunciato
in un prodotto hollywoodiano.
(Sergio
Bombardier)
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