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La
tigre e il dragone (Cina/ Honk Kong/
Taiwan/ Usa 2000) di Ang Lee con Zhan Ziyi, Chow Yun-Fat, Michelle Yeoh,
Chang Chen
A ripensare ai film candidati
agli Oscar 2001, viene da ridere: Il gladiatore (che
ha vinto!), un doppio Soderbergh, la Mal(izia)ena tornatoriana
(due nominations tecniche non confermate. E avrei voluto vedere!).
Ecco perché una pellicola, ancorché lontana dal gusto occidentale
(che, però, sta cambiando) come La tigre e il dragone,
abbia fatto un figurone (pur non facendo incetta di premi) e si sia accaparrata
la statuetta per il miglior film in lingua non inglese, a scapito anche
de Il gusto degli altri. Si tratta di un wuxiapian
(il film di "cappa e spada" orientale), dove l'eterno conflitto
tra il bene ed il male, tra Eros e Tanatos, tra Wudan
e Shaolin, assume i connotati della leggenda (di una spada magica,
di un eroe temerario e tormentato, di una banda di predoni del deserto),
che Ang Lee è ben lieto di assecondare. L'alternanza di
combattimenti e dialoghi chiarificatori è un po' troppo meccanica,
il flashback di Jen è un film nel film (e di genere
western!), l'incredibile duello sulle canne di bambù è preso
di peso da A Touch of Zen di King Hu, di tanto in
tanto fa capolino la noia, ma
l'epilogo è poesia (straziante)
allo stato puro.
Mi auguro solo di non essere più costretto ad intercettare, in
sala, commenti del genere: "Ah,
ma è un film cinese - stanno scorrendo da poco i titoli di
testa - allora deve essere bello".
(R.G.)
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