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Terkel (Danimarca 2004) di Kresten Vestbjerg Andersen e Thorbjørn Christoffersen

Dimenticate South Park, Beavis & Butthead ed I Griffin. La nuova frontiera del politicamente scorretto animato è Terkel, cartoon made in Danimarca che non risparmia davvero nessuno (dai fanatici ambientalisti ai genitori assenti ai professori indifferenti) nella sua furia irriverente. Tra un padre che dice sempre no (eccetto che nei fuoriscena mostrati, come da tradizione Pixar, nei titoli di coda), una compagna di classe "chiattona" che si ammazza (senza che alunni e preside battano ciglio), una madre inguaribile tabagista ed un vecchio zio improbabile animatore di un Telefono Azzurro sui generis, la vita di Terkel non è per niente facile. Ma quella di quale adolescente lo è? Ecco perché il cartoon di Andersen e Christoffersen, una volta scavato sotto il turpiloquio, il paradosso ed il grottesco, rischia di diventare il più attendibile ritratto dell'età dello sviluppo, in barba a qualsiasi bldungsroman edulcorato di marca disneyana. Se proprio devo trovare un difetto, questo, ahinoi, è sempre il doppiaggio: Elio e le storie tese sono simpatici (ed i loro adattamenti dei testi delle canzoni - provate a sentire "fanculo a te, sei troppo un cesso e tua madre gonfia banane giganti" - entusiasmanti), ma Elio, Faso, Rocco Tanica e Cesareo milanesizzano un po' troppo mentre le caratterizzazioni originali (tutte ad opera di Anders Matthesen) sono giocate sui toni e lo slang più che sulla cadenza.

(Rosario Gallone)

 



fanculo a te, sei troppo un cesso e tua madre gonfia banane giganti

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