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Il mestiere delle armi
(Italia 2001) di Ermanno Olmi con Hristo Jivkov, Sergio Grammatico,
Desislava Tenekedjieva
La voglia di ricostruire epoche storiche e lambire
il genere, pur sempre restando auteur al 100%, aveva già
preso Bellocchio col suo non disprezzabile Il Principe di
Homburg. Ora tocca ad Olmi. E sinceramente il colpo è
riuscito. Tecnicamente il film è molto curato, fotografia grandiosa,
inquadrature bilanciatissime e perfette, montaggio fluido. Ma la tecnica
non è tutto. Del film restano tracce dentro, non perfettamente
codificabili.... restano i silenzi e i ralenti contrappuntati da ottoni
lontani, restano le emozionanti e misteriose sequenze oniriche, restano
i volti dei bambini che, con fare peckinpahiano ( giuro!!), Olmi
circonda di violenza e di violenza li fa nutrire: bambini tra i cadaveri,
bambini che guardano la guerra e ridono, bambini divenuti soldati ed oppressi
dal loro mestiere.... e poi le facce contadine della soldataglia (echi
di zoccoli lontani) e le mani nere di Giovanni De' Medici ed il
vento che da tempo non trovava uno così bravo a raccontarlo. Avesse
evitato i personaggi che parlano alla m.d.p. (che fa tanto cinema
d'autore, ma qui c'entra poco)....ma, in fondo, importa poco. Nulla può
scalfire questo oggetto misterioso, la sua cupezza sconsolante, il suo
fascino lugubre, la sua bellezza....
(L.E)
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