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Guida
galattica per autostoppisti (Usa/Gb
2005) di Garth Jennings con Martin Freeman, Mos Def, Sam Rockwell,
Zooey Deschanel
Nonostante figuri tra i cento libri da salvare
(o tra i cento migliori del secolo scorso) in varie classifiche ufficiali, Guida
galattica per autostoppisti è una novelization,
vale a dire la trasposizione in forma letteraria di uno sceneggiato
radiofonico prima e di una miniserie Tv poi. Un libro di culto di cui
il sottoscritto è fan a metà (esilarante, ma alla lunga mostra un po'
la corda) e la cui versione per il grande schermo era attesa da tempo.
Malgrado, però, lo stesso autore, Douglas Adams,
ne avesse scritto la sceneggiatura, però, il film ha dovuto attendere
ben 4 anni dalla sua morte (nel 2001, a soli 49 anni, per un attacco
di cuore) ed un rosario di rinunce alla regia (tra cui alcune celebri: Terry
Gilliam, James Cameron, David Fincher) per
vedere finalmente la luce. Dietro la m.d.p. inopinatamente finisce Garth
Jennings, una gavetta come regista TV (per lo show di Ali
G) e di videoclip (e che videoclip: Coffee and
TV dei Blur e Imitation
of Life dei R.E.M.), ma poco credito
come esordiente cinematografico. Invece, il buon Garth fa
la cosa migliore: sta al suo posto e si mette al servizio di una storia
che è un'esplosione di non sense e humour tipicamente
britannici (con dei parenti strettissimi nei Monthy Python i
quali, tra l'altro, si interrogavano come Adams sul
"senso della vita"). Guida galattica per autostoppisti il
film non accusa momenti di stanca, ha un ottimo ritmo e tutti gli interpreti
sono in parte (comprese le guest voice: Stephen Fry/il
narratore, Alan Rickman/Marvin e Helen
Mirren/Pensiero Profondo). Per chi non lo sapesse il romanzo
ha 4 seguiti con cui forma "una trilogia in cinque parti": Il
ristorante al termine dell'universo, La vita,
l'universo e tutto quanto, Addio, e grazie
per tutto il pesce (come cantano i delfini nel prologo), Fondamentalmente
innocuo.
(Rosario
Gallone) |
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