In generale
Nel decennio 1980 la cinematografia del Regno Unito fu contraddistinta da un peculiare sviluppo industriale e creativo, che, forse con un eccesso di ottimismo, alcuni definirono “The British Film Renaissance”.
Quel periodo coincise, quasi perfettamente, con i tre governi di Margaret Thatcher (1979 – 1990), i quali furono caratterizzati da un orientamento di politica economica favorevole ad un mercato privo di regolamentazione, da un’estesa opera di privatizzazioni, e da interventi volti a una riduzione della spesa pubblica.
Le politiche neoliberiste della Thatcher, e un ritrovato spirito nazionalista radicato nei suoi governi, provocarono, soprattutto nei primi anni Ottanta, forti tensioni sociali, scontri etnici nelle grandi città britanniche, e, infine, nuove (e vecchie) guerre alla “periferia dell’impero”, tanto nelle lontane Isole Falkland quanto nella vicina Irlanda del Nord.
In questo clima di aperte ostilità, il cinema annunciò, un rinascimento contro-culturale.
Una nuova leva di registi, attori, sceneggiatori ebbe modo di esordire, o di affermarsi, proprio in quell’epoca turbolenta, trovando la via del successo internazionale pur restando lontana dai lidi del mainstream. Peter Greenaway, Stephen Frears, Derek Jarman, Neil Jordan, Jim Sheridan, Mike Leigh, Ken Loach, e molti altri non furono un vero “movimento cinematografico”: avevano poco o nulla in comune, e proponevano stili e concezioni cinematografiche molto diverse tra loro. Ciononostante, li univa, oltre al paese di origine, una straordinaria vitalità, la voglia di raccontare (talvolta sperimentando) l’epoca di grande trasformazione che stavano vivendo, e l’intenzione di stravolgere la tradizione cinematografica britannica.
Gli Ottanta sono stati gli anni che hanno irrimediabilmente cambiato il volto dell’Europa e dell’Occidente; un passato molto prossimo, durante il quale si è cominciato a plasmare il mondo in cui viviamo adesso. Nessun’altra cinematografia europea ha saputo inquadrare quel decennio con maggiore precisione.
Nei quattro incontri del nostro seminario guarderemo e riesamineremo il cinema britannico di quel periodo dal punto di vista estetico e politico, ricostruiremo le vicende storiche ed economiche che hanno rappresentato la cornice di quel prolifico “rinascimento cinematografico”, racconteremo le visioni di alcuni degli autori più importanti, e lo faremo con la consapevolezza che quegli anni sono, in realtà, il nostro “eterno presente”.
Questo seminario di critica cinematografica è articolato in quattro lezioni secondo il calendario qui pubblicato.
Le lezioni si svolgono dalle ore 17:00 alle ore 19:00.
Al termine sarà rilasciato un attestato di partecipazione.
Quota di partecipazine
Il corso costa € 50. Chi si iscrive contemporaneamente a questo corso e a quello sul cinema horror successivo all'Undici Settembre (anche esso venduto a € 50) paga € 75 in totale.
A chi si rivolge il seminario di critica dedicato alla "British Film Renaissance"?
Questo seminario di di analisi e critica del film è adatto, per il suo carattere specifico, sia a chi abbia già seguito il nostro corso generale di analisi e critica del film, sia a chi voglia avvicinarsi all'analisi del linguaggio cinematografico per acquisire nuove competenze e strumenti culturali.