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Capitani
d'Aprile (Spagna/Portogallo
2000) di Maria de Medeiros con Stefano Accorsi, Maria de Medeiros, Frédéric
Pierrot, Joaquim de Almeida
Maria de Medeiros, attrice
portoghese che ricordiamo, tra l'altro, come fidanzata del pugile Bruce
Willis, in Pulp Fiction di Quentin Tarantino,
debutta, in qualità di regista, con questo Capitani d'Aprile,
presentato a Cannes due anni fa.
Il film ripercorre la rivoluzione pacifica guidata da un gruppo di capitani
che, nella notte tra il 24 ed il 25 aprile del 1974, riportò in
Portogallo la democrazia, dopo i regimi dittatoriali di Salazar
e di Caetano. La canzone proibita Grandola, segnale
convenzionale per i rivoluzionari, ci trasporta subito nel clima delle
rivendicazioni politiche ed umane, cancellate da anni di repressioni militari
e di terribili guerre coloniali. L'evento unico di una rivolta senza spargimenti
di sangue, affrontato anche da Maurizio Sciarra (da un punto di
vista esterno) in Alla rivoluzione sulla due cavalli, vede
prevalere qui la dimensione epica, con la folla protagonista, raccolta
nella Piazza del Commercio di Lisbona.
I destini individuali del capitano idealista Maia (Stefano Accorsi),
della intellettuale di sinistra Antonia (la stessa Maria de
Medeiros) degli altri sottufficiali (Frédéric Pierrot
e Joaquim de Almeida), si incrociano così con quelli della
gente comune, che sostiene i loro ideali di pace e di libertà,
esemplificati dai garofani rossi nella canna del fucile.
La pellicola risulta imperfetta e piatta. Poco approfondito il contesto
storico e politico, così come non sono evidenziate le contraddizioni
degli stessi capitani, militari in rivolta, coraggiosi e perplessi, ingenui
e logorati soprattutto dalle guerre coloniali in Africa (cui fanno
cenno le prime immagini). Appare vincente invece l'impatto cinematografico
della folla, che sottolinea l'anonimato di una rivoluzione priva di singoli
eroi protagonisti e forse anche per questo appena accennata nei libri
di Storia.
(Francesca
Zofra)
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