Valerio Caprara presenta “L’inquilino del terzo piano” al PAN

Valerio Caprara
Valerio Caprara

Nell’ambito della rassegna Storia permanente del cinema, al PAN, per il ciclo “L’ospite inatteso” a cura della Scuola di cinema Pigrecoemme di Napoli, mercoledì 14 marzo 2012 alle ore 17,00 il critico cinematografico e presidente della Film Commission Regione Campania Valerio Caprara presenta il capolavoro di Roman Polanski, “L’inquilino del terzo piano”.La proiezione, a ingresso gratuito, si terrà nella rinnovata FilmZone del Palazzo delle arti di Napoli di via dei Mille 60.

La rassegna continuerà poi giovedì 15 marzo con il ciclo “Rock Around the Screen. Storie di cinema e musica pop”, a cura di Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito, che indagheranno i rapporti tra settima arte e rock.
Tre i film in programma: alle 15,00 Walk the Line – Quando l’amore brucia l’anima di James Mangold; alle 17,15, il film di Richard Lester coi Beatles, A Hard Day’s Night – Tutti per uno e alle ore 19,00 il recente I Love Radio Rock di Richard Curtis.
Ogni pellicola, sempre ad ingresso gratuito, sarà introdotta dai curatori.

L'inquilino del terzo piano
L'inquilino del terzo piano

La scheda del film
L’inquilino del terzo piano (Roman Polanski, Francia, 1976) 126’
Topor, nel romanzo Le locataire chimerique – che Polanski dodici anni dopo trasformerà in uno dei suoi film più complessi – soffocava, in quel lontano 1964, certe ingenuità surrealiste del Movimento Panico (che pure l’autore franco-polacco aveva contribuito a creare) in un’angosciosa messinscena dove la dicotomia tra essere e apparire si frantumava sul selciato di un’inevitabile follia.
La casa, il corpo; io, l’altro: opposti dove la doppia accezione del termine ospite (chi accoglie e chi è accolto) segna, nel film di Polanski, il sistema per narrare l’ambiguità identitaria del protagonista, stretto tra la condizione aliena dello straniero e l’alienazione mentale, fino a discendere negli inferi di un everyman che nella transgenia, quale fluttuante ipotesi ontologica nel mondo postmoderno, trova l’unico, tragico destino possibile. (Corrado Morra)

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