Avreste mai immaginato Massimo Ciavarro e Nicole Kidman assieme in un film? Immaginatelo pure. Si tratta di Un’australiana a Roma, diretto da Sergio Martino nel 1987. Ma di incredibili accostamenti di casting è piena la storia del cinema. Ecco 10 improbabili coppie cinematografiche 🙂
Il campus movie esiste? Rosario Gallone ne parla in un Convegno all’Orientale
Chiariamolo subito: il campus movie non esiste. Non esiste un omologo cinematografico del genere letterario noto come campus novel, tutt’al più possiamo parlare di un filone particolare della teen comedy noto come college movie e di cui Animal House è uno dei capisaldi. Di alcuni campus novel esistono trasposizioni cinematografiche più o meno riuscite e come i romanzi di origine sono principalmente di matrice anglosassone. L’Italia, data probabilmente la conformazione architettonica delle nostre Accademie, non ha sviluppato una vera e propria tradizione né letteraria né cinematografica. Dell’uso degli spazi nel cinema di ambientazione universitaria, in senso filmico ed in senso profilmico, ne parlerà il nostro Rosario Gallone nell’ambito del Convegno Internazionale ACROSS THE UNIVERSity – Linguaggi, narrazioni, rappresentazioni del mondo accademico martedì 15 maggio alle ore 16 a Palazzo Du Mesnil in via Chiatamone 61-62 a Napoli. Titolo dell’intervento: Campus e Controcampus – La dialettica degli spazi nel cinema di ambientazione universitaria.
Paradossi temporali in 10 film – di Giovanni Masturzo
Il giorno in cui le allucinate elucubrazioni di Emmett “Doc” Brown ci fecero urlare Grande Giove, immaginammo il tempo come una linea retta – inarrestabile – destinata a generare nuove semirette se alterata da un episodio, un “imprevisto”, che soltanto un uomo in grado di viaggiare nel tempo avrebbe potuto causare; ergo la possibilità di procreare un tot di nuovi universi pari al numero di eventi scatenanti.
E pensare che appena un anno prima, il 1984, James Cameron aveva portato al cinema – sotto le nerborute sembianze di Schwarzy – un concetto diametralmente opposto. Non esistono succursali spaziotemporali, universi (semi)paralleli, la linea del tempo è unica: modificare un avvenimento del passato ha conseguenze sulla medesima timeline. Il paradosso allestito dalla saga di Terminator è riconducibile a un ancestrale quesito: è nato prima l’uovo o la gallina?
Partendo da questi due interessanti presupposti ecco dieci film che, nel recente passato, hanno affrontato il tema in modo originale.
Situazione critica: il primo appuntamento è il 5 maggio
La Scuola di Cinema Pigrecoemme celebra 18 anni di attività e propone “Situazione critica”: una serie di incontri sulla critica cinematografica e la promozione culturale della settima arte.
Situazione critica è il tentativo di fare il punto su quale sia, oggi, lo stato della cultura cinematografica e dell’audiovisivo in genere, quale il progetto di diffusione, di divulgazione e di promozione che vi ruota attorno. L’ambizione è quella di indagare se la situazione “della” critica sia effettivamente “critica” o si attraversi un momento di attenzione particolare verso questa disciplina.
Pigrecoemme, la Scuola di cinema punto di riferimento del Centro Sud, per celebrare i suoi diciotto anni di attività ha organizzato una serie di incontri, da maggio a dicembre 2018, sulla critica cinematografica e la promozione culturale della settima arte, che punta proprio sulla centralità del lavoro interpretativo come chiave di lettura dell’inalienabile attualità del discorso cinematografico.
Primo appuntamento il 5 maggio
Si comincia il 5 maggio 2018, alle ore 16,30, presso la sede della scuola, in piazza Portanova 11, con un incontro dal titolo “Il dibattito sì: l’importanza delle rassegne cinematografiche e dei festival nella formazione di un pubblico maturo e critico”.
Interverranno Alberto Lastrucci, direttore del Festival dei Popoli, uno tra i più longevi Festival sul Documentario che si tiene in Italia dal 1959; Antonella Di Nocera, ideatrice e curatrice di Venezia a Napoli e co-curatrice di Astradoc per l’Arci Movie, ; Francesco Napolitano, direttore della Mediateca Santa Sofia del Comune di Napoli, da anni votata alla diffusione e promozione della cultura cinematografica; Anna Masecchia, docente di storia del cinema della Federico II e organizzatrice della rassegna Cinema Mon Amour, nella sala Astra in via Mezzocannone; Giuseppe Colella, coordinatore del Napoli Film Festival; Pietro Pizzimento, della Movies Event, produttore e promotore cinematografico nonché membro del direttivo dell’Associazione Festival italiani di cinema; Michele Salvezza, ideatore e co-fondatore del Kinetta Spazio Labus di Benevento e Angelo La Pietra, irriducibile organizzatore di uno dei più importanti cineforum della Campania per la quantità di pellicole, altrimenti invisibili, presentate al pubblico: Sguardi Ostinati al Magic Vision di Casalnuovo.
Gli ospiti del primo incontro
Come partecipare all’incontro
L’incontro, fino a esaurimento posti, è a ingresso gratuito.
È gradita la prenotazione al numero 081 5635188.
10 film da vedere prima di leggere Ready Player One
Avete letto bene. Questa non è una playlist come le altre che potete trovare in rete. Che fanno riferimento alla trasposizione cinematografica del libro di Ernest Cline. Anche perché, e qui azzardiamo una brevissima recensione del film di Steven Spielberg, la natura dei due testi è estremamente diversa. Il romanzo di Cline rende ragione di un’intera generazione di “sfigati” che negli anni ’80 ha coltivato le proprie passioni ai margini di una società di yuppies e paninari che la comandavano. Ed è forse il primo testo che lo fa legittimando, nell’intreccio, proprio la nostalgia per quella decade. Non c’è una storia ambientata negli anni ’80 (come in Stranger Things dei Duff Brothers), ma un’avventura ambientata nel futuro (il 2045), una caccia al tesoro i cui indizi necessitano di una conoscenza approfondita e geek della cultura e dell’immaginario pop degli eighties. Cultura e immaginario del passato cui i protagonisti si rapportano come ci si relazione col Mito. Cline, però, è nato nel 1972 e, come molti di noi, compreso chi scrive, ha vissuto gli anni ’80 da adolescente. Spielberg no, anzi è parte di quel passato mitizzato dall’autore letterario. La sensazione, nel vedere il film, uno spettacolo magistralmente orchestrato, è che manchi di anima; Spielberg qui fa la figura di un J J Abrams qualunque, un abile e furbo cavalcatore di trend che, tuttavia, non sente la materia che tratta. Ci si commuove più leggendo il romanzo che vedendo il film, nonostante il cinema sia un medium decisamente più immersivo e questo non solo per le fisiologiche modifiche e la maggior concentrazione dell’azione (ma l’innamoramento di Wade verso Art3mis è davvero troppo repentino, il linguaggio filmico prevede anche le ellissi temporali, i sintagmi a episodi e stavolta Spielberg sembra dimenticarlo), ma perché Cline è uno di noi, Spielberg no. Infatti, la pellicola pare attingere ad un immaginario più pop(olare) che nerd, i riferimenti a pellicole semisconosciute si riducono ad una battuta di James Halliday (che pare quasi un easter egg di un Cline sceneggiatore in un copione che capisce essere diventato altro) a Bill e Ted (riferimento assente nel libro), i due protagonisti di Bill & Ted’s Excellent Adventure, diretto da Stephen Herek nel 1989 (con Keanu Reeves e Alex Winter) e che poi negli anni ’90 avrà un seguito (questo distribuito in Italia, a differenza del primo, Un mitico viaggio) mentre vediamo King Kong, La febbre del sabato sera (che è degli anni ’70). Insomma un immaginario meno di nicchia, più di massa. Unica eccezione: la splendida scena in cui Spielberg omaggia uno dei “suoi” miti, Stanley Kubrick, con una scena fantastica, la migliore del film, la quale, per concezione, ricorda un’opera del videoartista polacco Zbigniew Rybczyński, Steps, guarda caso datata 1987. La nostra guida prevede 10 film da vedere, accompagnati dai passi del romanzo in cui vengono citati.
10 Black Comedy all’italiana
Leggerete, in giro per il web in occasione dell’uscita di Metti la nonna in freezer, esordio alla regia di Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi (quelli di Inception Berlusconi), che l’Italia non ha una tradizione di dark comedy. Non ne siamo convinti: è vero che il concetto di black humour è di matrice anglosassone, ma è altrettanto corrispondente alla realtà che la commedia all’italiana ha spesso visto la penna degli sceneggiatori intinta nel nero pece di una visione disillusa e pessimistica della vita e della società. Noi siamo pur sempre quelli che in I soliti ignoti hanno inaugurato la morte di un personaggio di un film comico, per non parlare di Il sorpasso o La grande guerra. Di Black Comedy vere e proprie, comunque, non possiamo contarne tante. Ve ne proponiamo 10.