Non vorrete mica fare la maratona di Halloween propinando a voi ed ai vostri amici i soliti film? Può essere un’occasione anche per un excursus storiografico meno scontato nel cinema horror ed è quello che ci proponiamo di consigliarvi con questa lista. Però i primi due non possono mancare…
1- Halloween di John Carpenter
E’ tautologico. Come fai ad Halloween a non vedere Halloween? Ma lasciate perdere il trascurabile remake di Rob Zombie (che ha fatto molto meglio, basti vedere il suo splendido Le streghe di Salem). E’ il film fondativo dello slasher moderno (sì, certo i nazionalisti indicano Reazione a catena di Mario Bava) con una delle soggettive più famose della storia ed una colonna sonora indimenticabile.
2- Nosferatu il vampiro di F.W.Murnau
Per quanto sia Il gabinetto del Dr. Caligari ad essere considerato il manifesto dell’espressionismo cinematografico, in realtà è Murnau ad utilizzare il filmico per ottenerne gli effetti tipici. Non più scenografie sghembe riprese in asse, ma m.d.p. inclinata ad inquadrare veri edifici, effetti reverse e viraggi al negativo.
3- L’uomo invisibile di James Whale
E’ l’horror Universal (una maratona di Halloween senza un horror Universal? Giammai) che preferiamo. Il più sperimentale (Claude Rains indossò una tuta nera e recitò su sfondo nero, uno dei primi matte painting complessi della storia), il più stiloso (James Whale fece quello che nel primo Frankenstein gli fu impedito di fare e che, però, fece in La moglie di Frankenstein) ed il più freudiano, probabilmente. Lanciò Claude Rains, grande attore britannico, che poi fu anche Fantasma dell’Opera.
4- Gli invasati di Robert Wise
Figura in tutte le classifiche dei migliori horror della storia, ed a ragione, ma non è così trasmesso e conosciuto in Italia. Il trionfo del fuori campo (anche per problemi di budget) e dell’orrore suggerito e non mostrato. Inoltre non ha spiegone finale, a differenza dell’inutile remake di Jan De Bont, Haunting.
5- Le cinque chiavi del terrore di Freddie Francis
Primo horror prodotto dalla Amicus, casa di produzione inglese che tentò di spodestare la Hammer in declino (reclutandone uno dei registi di punta, oltre agli attori simbolo) e riuscendoci pure per un lustro o poco più. Lanciò anche la moda degli horror a episodi in cui la Amicus fu maestra (cosa che non era riuscita al precedente Incubi Notturni del 1945) ed è stato omaggiato in maniera impacciata dal discutibile I tre volti del terrore di Sergio Stivaletti. Freddie Francis, che nasceva direttore della fotografia, in seguito sarebbe tornato al suo primo amore addirittura per Elephant man di David Lynch.
6- Incubus di Leslie Stevens
Un William Shatner pre-Star Trek che recita in esperanto. Un horror metafisico che pare quasi un esperimento di Lars Von Trier ed anche un po’ Bergman. Un film che non conosce quasi nessuno. Insomma ci sono tutti i motivi per averlo nella vostra lista di Halloween.
7- Il profumo della signora in nero di Francesco Barilli
E tra gli horror italiani che pure hanno diritto di esserci in una maratona di Halloween, sfuggiamo alla banalità di inserire un Mario Bava o un Lucio Fulci e recuperiamo questo horror ipnotico di colui che fu attore protagonista per Prima della rivoluzione di Bernardo Bertolucci. C’è qualcosa di Polanski nel film di Barilli ed il finale è di quelli che ti si imprimono nella mente.
8- The Gerber Syndrome: Il contagio di Maxi Dejoie
Gli Italiani non lo faranno meglio, ma, se vogliono, lo sanno fare anche loro, l’horror. E sanno anche inserirsi in un trend come quello del mockhorrorumentary di matrice orenpeliana (sì d’accordo, lo abbiamo inventato noi con Cannibal Holocaust di Deodato, anche se, quale iniziatore, si potrebbe considerare il Mondo Cane di Prosperi/Jacopetti), conferendogli, però, nuova vita (ché Oren Peli ha un po’ rotto con le variazioni sul tema finanche nelle serie tv). Non si raggiungono le vette di The Bay, piccola sorpresa firmata dal solitamente accomodante Barry Levinson, ma la tensione c’è ed il film merita una visione.
9- Non prendete quel metrò di Gary Sherman
Un Hammer movie non può mancare, ma per non essere banali la scelta era tra questo e Lo sguardo che uccide. Abbiamo optato per questo misconosciuto racconto di cannibalismo nell’underground londinese che Wes Craven in persona ha indicato come ispiratore del suo Le colline hanno gli occhi mentre un vero e proprio remake apocrifo può essere considerato il deludente Creep di Christopher Smith.
10- Kill List di Ben Wheatley
Scommettiamo che senza il nostro consiglio potreste inserire in una lista del genere un The Descent, The Conjuring, un j-horror qualsiasi, ma quanti di voi inserirebbero l’horror più disturbante del Terzo Millennio? Ben Wheatley è il regista più talentuoso degli ultimi anni (in Italia è stato distribuito il suo Killer in viaggio) e lo ha dimostrato fin dal suo esordio. Una pellicola che comincia come un lavoro di Mike Leigh per poi passare, fino al deflagrante finale, in territori confinanti con quelli di un classico dell’horror inglese, The Wicker Man.