Concorso: 10 film italiani che non fanno disperare per il futuro

La crisi del nostro cinema si spiega non tanto col fatto che si producono prevalentemente commedie, ma in quanto è palese che quelle commedie non siano neanche più in grado di raccontare il nostro paese, cosa che, invece, faceva egregiamente la commedia all’italiana che pure viene tirata in ballo spesso e spesso a sproposito (ricordiamo un arrogante Pietro Valsecchi, in occasione dell’esclusione di I soliti idioti dal Festival di Roma, gridare al reato di lesa maestà commesso dalla selezionatrice Emanuela Martini).

È vero che da qualche anno pare che sia risorto un certo interesse per il noir, sebbene questa attenzione sia più da parte di sceneggiatori e registi che di pubblico, visto che, Romanzi criminali e Gomorre a parte, il genere non ha avuto grande successo al botteghino (ma al Festival di Venezia del 2014 i film italiani in concorso – Perez. , Senza nessuna pietà e Anime nere – erano tre noir).

In questa lista abbiamo inserito film che ci sembra possano rappresentare una speranza per il cinema italiano perché, forse, anche fuori dal Brizzi Pack, qualcosa ancora c’è. Basta solo che lo scoprano gli spettatori. E di titoli da scoprire o riscoprire si tratta.
Un titolo per anno (con tanti sacrifici, di conseguenza: siete avvisati), a partire dal 2005 fino al 2013.
A voi lasciamo il 2014 che volge alla fine (attendiamo con curiosità Ogni maledetto Natale di Ciarrapico/Torre/Vendruscolo, Neve di Stefano Incerti e Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores, ma non è escluso che abbiate già il vostro film preferito), chiedendovi di partecipare a questo concorso.

REGOLAMENTO DEL CONCORSO

Poiché la lista sottostante si interrompe al nono titolo, il decimo può essere suggerito da voi nei commenti a questo post, accompagnando la scelta con una recensione firmata.

Ecco, in tre punti, come come procedere per partecipare:

1) Condividete questo post sulla vostra bacheca Facebook (potete usare le icone in cima e in fondo al post).

2) Copiate il link al vostro post sulla vostra bacheca Facebook come da illustrazione seguente e inviatecelo via email attraverso la nostra pagina di contatto, indicando nell’oggetto “Concorso 10 film italiani”.
Non dimenticate di indicare il vostro vero nome completo nel messaggio, la vostra email e, volendo, il vostro numero di telefono.

Il link da copiare coincide con l'indicazione temporale del vostro post sulla vostra bacheca Facebook. basta cliccarci e Copiare l'url.
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3) Nei commenti a questo post su questo blog inserite la vostra segnalazione, indicando il film italiano del 2014 che secondo voi fa sperare e accompagnando la segnalazione con una recensione del film. Non dimenticate di firmare la recensione con il vostro vero nome completo.
L’estensore  della recensione che giudicheremo più interessante vincerà un corso alla Pigrecoemme (a scelta tra: Regia, Sceneggiatura e Analisi e critica).

– Sono ammessi a partecipare gli iscritti a Facebook che siano maggiorenni alla data del 27/11/2014.
– Sono ammessi solo coloro che siano iscritti a Facebook con il proprio vero nome.
Non sono ammessi pseudonimi e nicknames.
– Il concorso parte il 27 novembre 2014 e scade il 9 gennaio 2015.
– Il vincitore sarà scelto a insindacabile giudizio della giuria, composta dai fondatori della Scuola di cinema Pigrecoemme (Giacomo Fabbrocino, Rosario Gallone e Corrado Morra).
La giuria terrà conto della forma, del contenuto e dell’originalità del testo.
– Pigrecoemme comunicherà la vittoria al vincitore attraverso l’email e/o il numero di telefono fornito nel messaggio.

E ORA: LA LISTA

1 – Texas (2005) di Fausto Paravidino

L’esordio alla regia di un giovanissimo autore teatrale, purtroppo non seguito da altre prove, rivela una personalità forte, in grado di usare il mezzo cinematografico con consapevolezza, nonostante l’origine teatrale da un proprio testo.
La m.d.p. di Paravidino riesce ad essere sia moderna, nella prima parte debitrice del videoclip e di una certa poetica hipster à la Amélie, sia classica nella seconda parte e soprattutto nel finale western che, dato il titolo, tutti si aspettano.
È stato anche il set, ma poco importa, in cui è scoccata la scintilla tra Riccardo Scamarcio e Valeria Golino.

Texas
Texas

2 – Il regista di matrimoni (2006) di Marco Bellocchio

Probabilmente il risultato più alto e più equilibrato raggiunto dal Bellocchio post Fagioli, quello che va da La balia fino a Bella addormentata (non l’ultimo lavoro, ma l’ultimo con una certa visibilità), in cui l’autorialità si intreccia ad un’autoironia che pareva ormai dispersa nei rivoli della psicanalisi più cupa.
Di incredibile bellezza il montaggio alternato tra l’Entr’acte di René Clair (che passa in tv nella casa del vero regista di matrimoni) e lo struscio della futura sposa Donatella Finocchiaro tra le vie strette del paese. È una dichiarazione di intenti.
Il regista di matrimoni è forse il film più surrealista, o forse sarebbe meglio dire dadaista, della seconda vita (da regista) di Marco Bellocchio.

Il regista di matrimoni
Il regista di matrimoni

3 – La ragazza del lago (2007) di Andrea Molaioli

Non solo film d’autore, in questa lista, ma anche il tentativo di rimettere mano ad una tradizione di artigianato di qualità che ha fatto grande il nostro cinema (ed anche la televisione).
Anticipando il boom della letteratura gialla scandinava (il film è tratto da un romanzo di Karin Fossum), la Indigo di Nicola Giuliano – che produce – getta le basi anche per quella che diventerà da quel momento la modalità produttiva per eccellenza, ovvero la coproduzione con le Film Commission (pratica ora abusata e che, in assenza di veri e propri progetti, sta trasformando il cinema in un’unica grande Agenzia per Soggiorno e Turismo).
Grande successo di pubblico che ha spinto la Indigo a riprovarci l’anno dopo con La doppia ora di Giuseppe Capotondi. Senza bissare il successo.

La ragazza del lago
La ragazza del lago

4 – Pranzo di ferragosto (2008) di Gianni De Gregorio

Gianni Di Gregorio, un po’ come Molaioli (aiuto regista di Moretti che debutta a quarant’anni dietro la m.d.p.) arriva dai set di Garrone, ma di anni, al suo esordio alla regia, ne ha ben 60. L’originalità e la freschezza delle idee, però, non hanno nulla a che vedere con l’anagrafe ed il debutto di questo “splendido sessantenne”, prodotto da Garrone stesso, giunge come una ventata di novità.
Tra neorealismo, realismo poetico francese e sense of humour quasi ebraico, alla Woody Allen (sì, quello dell’episodio edipico di New York Stories), Di Gregorio riesce a raccontare una piccola storia ed insieme una storia universale.
Con non attori, Roma d’estate e tanta, tanta ironia.

Pranzo di Ferragosto
Pranzo di Ferragosto

5 – Fortapàsc (2009) di Marco Risi

Se c’è qualcuno ancora capace di dire la sua in quel cinema cosiddetto di impegno civile, che ha una grande tradizione in Italia, ma che si è spento dietro una componente ideologica spesso paralizzante ed ingessante, questo qualcuno è Marco Risi.
Raccontare la vicenda di Giancarlo Siani con il giusto rispetto che la vita di una vittima della camorra merita, ma senza rinunciare allo spettacolo e a quelle invenzioni di sceneggiatura che non devono far gridare allo scandalo (il personaggio del fotografo Rico, interpretato da Michele Riondino), era impresa difficile. Riuscitissima.

Fortapàsc
Fortapàsc

6 – Hai paura del buio (2010) di Massimo Coppola

Nato e cresciuto come veejay nella Mtv degli anni ’00 ed ora proprietario/direttore editoriale della ISBN, Massimo Coppola affronta la regia, nella sua unica opera di finzione dietro la m.d.p., raccontando, parrebbe, una delle storie rimaste nel fuori campo del suo programma tv Avere vent’anni. E lo fa con la mano sicura di chi conosce ciò di cui si parla non per esperienza personale (non c’è partecipazione), ma col distacco di chi vive su un altro pianeta.
Come denuncia la prima inquadratura: un lungo carrello dall’alto sulle operaie di una fabbrica, una sortie de l’usine vista dagli alieni.

Hai paura del buio
Hai paura del buio

7 – Habemus Papam (2011) di Nanni Moretti

C’è poco da fare. Un autore non solo vede, ma pre-vede. E Moretti, dopo Il caimano, riesce a presagire il futuro per la seconda volta.
Non è il suo film migliore, è forse anche meno riuscito del già citato Caimano, con tutti suoi tic ed i suoi temi ricorrenti quasi ridotti a maniera; ma quell’epilogo, col pontefice abdicante, inghiottito nel buio e l’urlo lacerante dei cardinali, è di una bellezza che non si dimentica ed anche solo per quello merita di essere compreso in questa lista.

Habemus Papam
Habemus Papam

8 – Padroni di casa (2012) di Edoardo Gabbriellini

Visto da pochissimi, ecco uno di quei rari film che, a differenza di quanto sostenuto nella premessa, racconta l’Italia di oggi. Un’Italia fatta di violenza repressa e pronta ad esplodere, in cui il nemico è sì lo straniero, ma in quanto estraneo ad un circolo chiuso.
Una sorta di Cane di paglia  nostrano con un Gianni Morandi coraggiosissimo nel vestire i panni di una specie di doppelgänger della sua immagine pubblica,  sgradevole e cinico. Che i moltissimi che non l’hanno visto recuperino.

Padroni di casa
Padroni di casa

9 – Still Life (2013) di Uberto Pasolini

Siamo abituati a coproduzioni che nascondono pastrocchi fiscali e scarsa attenzione al prodott ofinale. Anche questa è ufficialmente una coproduzione con la Gran Bretagna, anche se – ad essere sinceri – è a tutti gli effetti un film inglese per ambientazione, cast e atmosfera.
Ma il regista è Uberto Pasolini, nipote di Pier Paolo e produttore, nel lontano 1997, dell’ormai leggendario Full Monty.
Still Life è un gioiello prezioso, girato con la stessa cura dei dettagli che il protagonista mette nell’organizzazione dei funerali di quanti muoiono soli al mondo.
Una Spoon River delicata che pare finir male, ma che trova nell’ultima sequenza un inaspettato happy end di matrice capriana.

Still Life
Still Life

10 – (2014) ?

Questo tocca a voi.

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