Sabato 20 gennaio 2018 alle ore 16:00 alla Pigrecoemme, in piazza Portanova 11 a Napoli, si svolgerà un incontro con Antonello Scotti, a cura di Luca Sorbo, docente all’Accademia di Belle Arti e curatore dei nostri corsi di fotografia. Tema dell’appuntamento: L’autonomia visiva del photo book.
Da diversi anni Antonello Scotti, artista visivo e docente di progettazione di arti figurative al liceo ‘Filippo Palizzi’ di Napoli, si occupa della produzione d’immagini e della loro collocazione, ambientale ed editoriale.
L’incontro si articolerà in due momenti: la presentazione di parte della recente produzione artistica di Scotti, in prevalenza fotografica e una discussione sul come, secondo lui, redigere un libro fotografico. Scotti mostrerà alcuni esempi di prodotti editoriali da lui realizzati in veste di book designer.
Di seguito un estratto, da un testo del 2013, stilato da Antonello Scotti in occasione della progettazione del libro “_08_08 Operating Theater”, del fotografo Pino Musi, cui ha curato il concept editoriale.
“Per non fare un photo book è necessario rendere irriconoscibile il percorso narrativo, irriconoscibile nel senso che una configurazione quanto più è frammentaria tanto più il significato, esplicito o remoto, è non riconoscibile. Ovvero alterare quegli assiomi di certezza presenti di sovente in quella tipologia di libro: la struttura consequenziale data per assonanze di forme, per contiguità cromatica, per contrappunti di pieni e vuoti, etc. In un non photo book, queste norme, sono scientemente non applicate. In un non photo book, l’inizio, la fine e l’intermezzo non hanno un peso determinante. Il percorso tra le immagini, e tra i testi e le immagini, seguono un itinerario cosiddetto antinomico: i testi non accompagnano le immagini, le foto non si accompagnano; tutto si contra-dice (la traduzione che scelgo, della parola latina ‘contra’, è nell’accezione di in cambio, in risposta). Quindi il testo cerca un cambio, una risposta dall’immagine e viceversa. Cosa si scambiano testo e immagine? Si scambiano una posizione di non quiete. Dico di ‘non quiete’ e non di non forma. Quest’ultima, da un punto di vista grafico, è un mero pleonasmo: rappresentare il caos in forma grafica, in un campo definito, diventa un esercizio di stile. Comunque, il testo e la foto si configurano in un ordine di opposizione apparente: quest’ordine visivo, lo definirei, traendo una definizione oppositiva direttamente dalla fisica, traente – spingente. Potremmo così sostenere che un non photo book ha carattere doppio. Opera da una parte un’azione di coinvolgimento verso chi lo guarda, nel contempo opera un respingimento verso un altrove. Questo altrove resta, comunque, tra i testi e le immagini”.
Come partecipare all’incontro
L’incontro, fino a esaurimento posti, è a ingresso gratuito.
È gradita la prenotazione al numero 081 5635188.