10 musicarelli da vedere prima di Sanremo

musicarelli

Il musicarello è l’etichetta con la quale, negli anni ’60, furono indicati quei film che venivano prodotti partendo da una canzone di successo. Stesse origini della sceneggiata che, come apprendiamo dal Dizionario dello spettacolo del ‘900 a cura di Felice CappaPiero Gelli, edito da Baldini & Castoldi nel 1998, era una rappresentazione sì teatrale, geograficamente collocata nella città di Napoli, che, però, mutuava il titolo da una canzone famosa ed intorno alla storia in essa narrata ci intesseva un intreccio. Gli elementi ricorrenti della sceneggiata erano: il protagonista (isso), la protagonista (essa) e l’antagonista (‘o malamente) più i caratteri di contorno costituiti spesso da ‘a mamma, ‘o nennill’ e ‘o comico (o ‘a comica). Anche questi li ritroviamo nella maggior parte dei musicarelli che vedevano spesso il protagonista (o la protagonista) alle prese con un amore difficile ed uno stuolo di attori comici, molto noti in tv, ad arricchirne le trame, sovente piuttosto fragili. La sceneggiata, come genere, era approdata al cinema molto presto (la Miramare Film nel 1919 produsse Lucia Lucì di Umberto Maria Del Colle ed altre 100 pellicole di lì al 1927) e, di sicuro, è stata più longeva del musicarello (negli anni ’50 con il dominio incontrastato di Giacomo Rondinella nel cui …e Napoli canta esordì una giovanissima Virna Lisi; poi col revival ’70/80 e le varie star Mario MerolaPino Mauro – le cui pellicole si ibridavano col poliziottesco – Mario TreviCarmelo Zappulla e Nino D’Angelo che, in fondo, fece da trait d’union tra il film/sceneggiata ed il musicarello neomelodico di cui fu l’incontrastato re, restando privi di seguito i fallimentari tentativi di rivitalizzare il filone “nazionale” con i vari Figlio delle stelleChampagne in paradiso Jolly Blu), la cui stagione è durata un solo decennio, ma è proprio di quest’ultima che trattiamo in questa playlist.

1 – In ginocchio da te di Ettore Maria Fizzarotti

Il regista per eccellenza del musicarello è stato Ettore Maria Fizzarotti, ulteriore collegamento con la sceneggiata in quanto figlio di Armando Fizzarotti, regista (insieme con Mario Volpe), nel 1925, di Fenesta ca lucive, uno dei film-sceneggiata più celebri del periodo muto. Nello stesso anno in cui Fizzarotti stesso diresse Una lacrima sul viso (con Bobby Solo), In ginocchio da te, in cui compaiono Laura Efrikian (che divenne compagna di Morandi anche nella realtà) e Nino Taranto come nell’altro, trasformò l’idea in formula ricorrente, sia nei due sequel (Non son degno di teSe non avessi più te) che in altre operazioni analoghe dirette (il dittico Nessuno mi può giudicare  e Perdono con Caterina Caselli) o meno (Cuore matto, con Little Tony, diretto da Mario Amendola) da Fizzarotti. La formula prevedeva sostanzialmente: cantante giovane di successo, tematiche giovanili all’acqua di rosa (una ribellione ai genitori molto soft) e siparietti comici affidati a signori attori (al di là di Nino Taranto qui si ricorda la coppia di zii del protagonista, interpretata da Gino BramieriRaffaele Pisu direttamente dal televisivo L’amico del giaguaro).

https://www.youtube.com/watch?v=e7c1vjB0Qbg

2 – Uno strano tipo di Lucio Fulci

Lucio FulciPiero Vivarelli avevano a che fare con la canzonetta pop italiana non solo in quanto registi di pellicole come I ragazzi del juke-box, Urlatori alla sbarraIo bacio … tu baci, ma anche come parolieri, autori, tra le altre, di 24mila baciIl tuo bacio è come un rock cantate da Adriano Celentano. Il quale, dopo il debutto con Fulci in I ragazzi del juke-box, fu scelto da quest’ultimo come assoluto protagonista di un musicarello divertentissimo il cui intreccio è leggermente più elaborato degli altri, attingendo, a piene mani, dal repertorio di pochade (i sosia) e commedie degli equivoci.

3 – Quando dico che ti amo  di Giorgio Bianchi

Atipico musicarello che pare ispirarsi, per l’intreccio, alle commedie americane con Rock HudsonTony Randall e ancor di più a Boeing Boeing (di due anni precedente) diretto da John Rich ed interpretato da Tony CurtisJerry Lewis. Immaginiamo perché Tony Renis non reggesse da solo un intero film, motivo per il quale anche il repertorio di canzoni spazia tra le sue, quelle della spalla Enzo Jannacci (che canta E purtava i scarp del tennis) e quelle di Alida ChelliLola Falana (Tutta donna) e Anna Rita Spinaci

https://www.youtube.com/watch?v=V3VysTwB5ew

4 – Il suo nome è Donna Rosa di Ettore Maria Fizzarotti

Dopo Nel soleL’oro del mondo ed il drammatico Il ragazzo che sorride (con Rocky RobertsAl Bano interpretò un film il cui titolo non deriva da una sua canzone, ma dalla sigla del programma tv Settevoci, scritta da Pippo Baudo (il quale compare in un brillante cameo). Qui la storia d’amore viene schiacciata dai momenti comici affidati ad un parterre comprendente Nino TarantoEnzo CannavaleNino TerzoBice ValoriAnna Campori.

https://www.youtube.com/watch?v=YOKKzvcPXNo

5 – Zingara di Mariano Laurenti

Vince il diciannovesimo Festival di Sanremo Zingara, di Albertelli-Riccardi, cantano Bobby Solo Iva Zanicchi. Nel film che ne trasse Laurenti, futuro regista di punta della commedia sexy all’italiana, accanto al cantante figuravano Loretta GoggiPippo Franco tra i componenti della band del protagonista, I GamberiSolo canta anche Una granita al limoneNon c’è più niente da fare.

6 – Zum Zum Zum – La canzone che mi passa per la testa di Bruno e Sergio Corbucci

Il meltin’ pot dei musicarelli: titolo preso da una sigla di Canzonissima cantata da Sylvie VartanMina, cast comprendente Little Tony (che canta alcune sue hit tra cui Il ragazzo col ciuffoBada bambina) e la star dello Zecchino d’oroWalter Brugiolo, meglio noto come Popoff (dal titolo della canzone con cui vinse nel 1967 la nota manifestazione canora per bambini). Come se non bastasse, il film vanta il cameo più scult della storia: Orietta Berti vestita da suora che canta la celebre Dominique scritta e cantata dalla suora belga Suor Sorriso.

7 – Rita la zanzara di Lina Wertmuller

Rita Pavone e la Wertmuller (che, però, si firmò George Brown) arrivavano entrambe dall’esperienza televisiva di Il giornalino di Gianburrasca di cui, in fondo, riprendono la dinamica e gli umori anarcoidi (seppur blandi), adattandoli alla moda dello ye ye. Data la personalità della regista ed un cast di tutto rispetto (che comprende anche GianniniTuri Ferro), è un lavoro decisamente superiore alla media del genere. Seguito da Non stuzzicate la zanzara.

8 – Stasera mi butto di Ettore Maria Fizzarotti

Nonostante il titolo sia quello della celebra canzone di Rocky Roberts, la protagonista canterina è l’anonima Marisa Sannia, ma l’esperto Fizzarotti riesce a trarne comunque una godibilissima pellicola grazie ai caratteristi (FrancoCiccio su tutti, già memorabili nel dittico con Al BanoRominaNel soleL’oro del mondo) ed alla presenza di Roberts Lola Falana.

9 – Lisa dagli occhi blu di Bruno Corbucci

Oltre la canzone eponima, il repertorio di Mario Tessuto è tra i meno conosciuti, ma il film è puro delirio marxiano (nel senso dei fratelli Marx). Un helzapoppin‘ coloratissimo, pop quanto solo, forse, il Batman televisivo di Adam West e, per questo, imperdibile.

10 – Terzo Canale – Avventura a Montecarlo di Giulio Paradisi

Un musicarello demenziale in cui il gruppo protagonista, i Trip (fondato a Londra da Riki Maiocchi, fuoriuscito dei Camaleonti, e in cui all’iniziò suonò anche Richie Blackmore, prima di creare, nel 1968, i Deep Purple), parte, con un furgone hippie (quasi un incrocio tra il bus del Magical Mistery Tour dei Beatles ed il van della Misteri & Affini del cartoon Scooby Doo), in direzione Montecarlo per un megaraduno rock. Dopo aver vagato in Italia, grazie alle indicazioni errate di un Mal di volta in volta su un cavallo o star di fotoromanzi, giungono alle Terme di Caracalla dove è effettivamente in corso una manifestazione musicale organizzata da Radio Montecarlo. La curiosità è che i Trip si esibiscono in playback su brani cantati in realtà dai New Trolls.

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