10 film necessari per una definizione di noir

10 film necessari per una definizione di "noir"

Il noir non è un genere. Il noir è una categoria critica che nasce nel 1946. Un nome conferito dall’esule italiano in Francia Nino Frank ad un nucleo di pellicole prodotte in America e fortemente influenzate dalle caratteristiche etiche ed estetiche dell’espressionismo tedesco nonché da quelle morali di un esistenzialismo caro ai francesi.

Nel 1972 Paul Schrader, non ancora affermato sceneggiatore e regista, scrive un libro, Notes on Film Noir, in cui limita cronologicamente la vita del noir cinematografico dal 1941 (anno di uscita di Il mistero del falco di John Huston) al 1958 (anno di L’infernale Quinlan).

Ma le noirceur è ben lungi dall’esaurirsi in quell’epoca ed è forse l’atmosfera filmica più resistente, perché se western, horror, fantascienza, alternano stagioni di grande spolvero narrativo ad altre di oblìo, il noir, forse proprio in quanto non genere, non si piega alle mode, ma è sempre lì, informa cinematografie, fasi storiche, politiche.

Questa, quindi, è una lista di film per definire l’indefinibile.

1 – Il mistero del falco di John Huston

Primo film da regista di John Huston, tratto da un racconto di Dashiell Hammett pubblicato a puntate su Black Mask. Pochi lo sanno, ma esistono due precedenti trasposizioni filmiche del racconto, Il falcone maltese di Roy Del Ruth e Il diavolo e la signora di William Dieterle con Bette Davis. Ponte con l’espressionismo ispiratore è l’attore Peter Lorre, noto per M – Il mostro di Dusseldorf. La trama è confusa, ma ciò che conta in un noir sono atmosfera, psicologie ed una certa disillusione di fondo.

Il mistero del falco
Il mistero del falco

2 – La fiamma del peccato di Billy Wilder

Nella cinquina di film proiettati in Francia nel 1946, a proposito dei quali Frank coniò il termine noir, c’era anche questo film e addirittura, di Wilder sempre, Giorni perduti (che poi sarebbe sparito dagli elenchi dei noir). I protagonisti del noir sono gli antieroi e gli antagonisti gli uomini di legge o, semplicemente, i probi (qui un investigatore delle assicurazioni). Per molti critici la dark lady per eccellenza del cinema americano fu Gloria Grahame, ma per noi nessuno è stato come Barbara Stanwyck. Rifatto apocrifamente da Lawrence Kasdan, negli anni ’80, con Brivido Caldo.

La fiamma del peccato
La fiamma del peccato

3 – L’ombra del dubbio di Alfred Hitchcock

Possibile che Hitchcock non abbia mai realizzato un noir? Puro, forse, no. A parte L’ombra del dubbio che del genere possiede tutte le caratteristiche: il protagonista amorale, un certo sadismo sessuale suggerito (ricorrente in sir Alfred, ad essere sinceri) ed un unhappy end camuffato.

L'ombra del dubbio
L’ombra del dubbio

4 – Il grande caldo di Fritz Lang

Fritz Lang è probabilmente il regista che, emigrato dalla Germania dell’espressionismo, ha creato le basi in America di quello che poi sarebbe diventato noir, non ultimo l’aspetto allucinatorio delle trame (esplicitato nell’intreccio di La donna del ritratto). Qui, invece, c’è tutto il pessimismo che accompagna le migliori trame noir: l’onestà sopraffatta da corruzione, intreccio tra malavita e politica, poliziotti corrotti ed un individualismo esasperato anche nella ricerca di giustizia che è proprio di una società poco affidabile. E poi ci sono Gloria Grahame sfigurata ed un Lee Marvin cui la palma del sadismo sarà sottratta solo dal Richard Widmark di Il bacio della morte.

Il grande caldo
Il grande caldo

5 – Un bacio e una pistola di Robert Aldrich

Aldrich è il ponte tra classico e moderno. Un bacio e una pistola è tratto da un romanzo di Mickey Spillane, noto fascistoide dalle idee reazionarie così come il detective da lui creato, Mike Hammer. Qui, però, l’incrollabile fede repubblicana del protagonista viene messa in crisi dagli innumerevoli freaks incontrati lungo la sua strada. E’ il film della valigetta da cui, una volta aperta, si sprigiona una incredibile luce. Quella di Pulp Fiction, per intenderci.

Un bacio e una pistola
Un bacio e una pistola

6 – Detour di Edgar G. Ulmer

Una sorta di film manifesto del noir: serie B, intreccio dominato dall’ineluttabilità del fato, finale disilluso, dark lady, morale assente, regista europeo. Fa il paio (e questo è un escamotage per sfuggire alla griglia dei 10 titoli, mai stretta come questa volta) con La sanguinaria di Joseph H. Lewis, altra pellicola fondativa o rifondativa di un’estetica noir.

Detour
Detour

7 – Taxi Driver di Martin Scorsese

Cominciamo ad uscire fuori dai 17 anni individuati da Paul Schrader e lo facciamo con un film scritto da Paul Schrader. Un reduce (una figura ricorrente del noir), la difficoltà di reinserimento, un difficile rapporto con le donne, un risentimento verso la società ed il paese per il quale ha dato tanto, la repressione, la patologia, la violenza che esplode, l’individualismo giustizialista. Non un semplice hommage (come lo saranno i noir dei Coen), ma un noir profondamente radicato nel presente storico che racconta e che dimostra come e quanto lo stesso Schrader si sbagliasse sull’impossibilità di sopravvivenza del genere.

Taxi Driver
Taxi Driver

8 – Milano Calibro 9 di Fernando Di Leo

Non poteva mancare, in questa lista, quello che, a tutti gli effetti, non solo è il miglior noir italiano di sempre, ma, probabilmente, uno dei migliori film italiani di sempre. Davvero, e senza tanti fronzoli critici, ci troviamo al cospetto di un capolavoro in cui funziona tutto: dalla sceneggiatura perfetta (tratta da Scerbanenco) alle interpretazioni (su tutte quella di un monumentale Gastone Moschin) passando per una regia senza sbavature.

Milano Calibro 9
Milano Calibro 9

9 – Tutte le ore feriscono… l’ultima uccide di Jean-Pierre Melville

Melville è colui che, pur partendo da coordinate americane, ha riportato lì dove gli era stato dato un nome, il noir. E mentre omaggia lo stile americano se ne libera ponendo le premesse del polar nonché delle stilizzazioni che poi diventeranno tipiche dell’heroic bloodsheed di marca hongkonghese (non a caso Melville è il più citato da John Woo e Johnnie To). E del noir presenta un elemento ricorrente anche se poco citato: il realismo derivante dalla profonda conoscenza della materia. Lo sceneggiatore José Giovanni era stato membro di una gang, arrestato, condannato a morte e poi graziato. Sapeva ciò di cui scriveva.

Tutte le ore feriscono...l'ultima uccide
Tutte le ore feriscono…l’ultima uccide

10 – Memories of Murders di Bong Joon-ho

Ce ne saranno tantissimi che voi avreste messo in questa lista, ma dubitiamo al posto di questo Memories of Murders, se lo avete visto o se solo lo vedeste. E’ il capolavoro di Bong Joon-ho, più del The Host che gli ha dato notorietà internazionale. Ed è, particolare da non trascurare, un noir vero, non un divertissement postmoderno come se ne vedono tanti in giro, pur pregevoli.

Memories of Murders
Memories of Murders

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