1 – Requiem For a Dream di Darren Aronofsky
Perché è meglio Trainspotting. E lo split screen è così anni ’90…
2 – L’arco di Kim Ki-Duk
Perché è comico, ma involontariamente (i cinefili si affanneranno a dirvi che lo è volutamente).
3 – Sogni di Akira Kurosawa
Nomen Omen: vi addormentereste.
4 – La tempesta di Peter Greenaway
Resuscitare Shakespeare per il solo piacere di ammazzarlo di nuovo è un crimine che non può rimanere impunito.
5 – Inland Empire di David Lynch
Perché Lynch gira a casaccio convinto che il cinefilo darà un senso a tutto. Ed infatti il cinefilo ci casca e dà un senso a tutto.
6 – Under the Skin di Jonathan Glazer
I cinefili vi diranno che il film è pieno di innovative scelte registiche di Glazer, ma sono candid camera e nulla più. E la Johansson è nuda solo per 5 secondi.
7 – Melancholia di Lars Von Trier
Perché dalla depressione non si guarisce trasmettendola per osmosi allo spettatore.
8 – Deserto rosso di Michelangelo Antonioni
Perché va bene il lavoro sul colore, va bene lo sguardo sui paesaggi industriali, ma cribbio, che prolasso gonadale!
9 – New Rose Hotel di Abel Ferrara
Non è come Mullholand Drive. Ferrara si è mangiato i soldi della produzione, ha girato materiale per metà film e ci ha montato due tempi.
10 – Il viaggio di G.Mastorna di Federico Fellini
Mai fatto. Ed è stato un bene perché La voce della Luna mostrava già i segni della senilità.
Divertente. Ma non puoi dirmi che Trainspotting è meglio di Requiem for a Dream. Stai bestemmiando.
Non esageriamo dai: nessuno dei due è un capolavoro, ma Trainspotting, almeno, non fa il moralista perbenista come Darren Aronofsky.
adoro Lynch… ma Inland Empire… sante parole
Melancholia me lo lasci stare cortesemente, o torno con le mazze. Grazie.
Sono d’accordo con tutto tranne che con la tua affermazione sulla voce della luna. Non da segni di senilità. E’ il suo testamento. Fellini è intoccabile.
A me Melancholia piace moltissimo!
Perché non mi avverte nessuno quando mettono in circolazione nuove sostanze divertenti??
Si può mettere anche Il ventre dell’architetto di Greenaway
Si potrebbe, ma già c’è La tempesta, che, secondo me, merita di più.