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Amore senza confini

(Usa 2003) di Martin Campbell con Angelina Jolie, Clive Owen, Noah Emmerich, Linus Roache, Teri Polo

Per quanto scontato, ricattatorio (il bambino con la bomba in mano) e con una love story da far impallidire i peggiori teleromanzi tratti da Rosamunde Pilcher, va riconosciuto ad Amore senza confini di dire alcune cose non banali sulle ONG (lo spreco dei gala di beneficenza: tolte le spese, quanti soldi sono effettivamente destinati agli aiuti? Quali sono gli intrecci tra organizzazioni umanitarie e gruppi paramilitari o, addirittura, CIA ed altri servizi segreti?). A questo punto, però, si fa strada il dubbio principale relativo all’operazione. Perché realizzare un kolossal dispendioso (anche ammettendo che i protagonisti – un Angelina Jolie in missione di ambasciatrice Onu ed un Clive Owen che si barcamena tra l’inespressività di George Lazenby e quella di Timothy Dalton ragion percui, probabilmente, sarà lo 007 del “dopo Brosnan” – abbiano accettato il minimo sindacale) per poi destinare un solo euro (sui sette del biglietto) all’iniziativa UnicefLatte per la vita”. Non si finisce col fare una di quelle lussuose e vacue serate denunciate nell’incipit del film? O si tratta del solito paese col pozzo in cui gente sana spreca soldi per dare soldi al paese senza pozzo (grazie Lars). L’Unicef, per chi non lo sapesse, ha anche un conto corrente.

 

(Rosario Gallone)


manifesto giapponese

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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