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Welcome to Collinwood
(Usa 2002) di Joe ed Anthony Russo con Sam Rockwell, William H.Macy,
Isaiah Washington, George Clooney
I soliti Clooney e Soderbergh producono
i soliti fratelli registi (tempi duri per i figli unici che vogliono girare
un film!) che strizzano locchio ai soliti spettatori snob per i
quali il cinema italiano is beautiful, salvo, poi, conoscere unicamente
Roma città aperta, La dolce vita, 8
e ½, Nuovo cinema Paradiso, La vita
è bella e Big Deal on Madonna Street aka
I soliti ignoti. Il capolavoro di Mario Monicelli,
candidato allOscar 1959 come miglior film straniero, è stato
già oggetto di remake più (I soliti ignoti made in
Usa di Louis Malle) o meno (Palookaville
di Alan Taylor) diretti. Questa volta, con Welcome to Collinwood,
siamo alla copia carbone. Non a caso cè Cosimo, il pugile,
il fotografo con figlio a carico, un Ferribotte in salsa afro, un maestro
di scasso (un cameo di George Clooney che sulla sedia a rotelle
si diverte a rifare Totò/Dante Cruciani), un colpo improbabile
e
i fagioli. Perché tutto apparisse verosimile nel terzo millennio,
è stato, però, necessario trasmigrare una storia sostanzialmente
metropolitana (con dei protagonisti provinciali o emigranti) nella provincia
americana. Comunque i fratelli Russo hanno colpito nel segno: prendersi
delle libertà con un testo di partenza praticamente perfetto è
pratica supponente ed improduttiva (e Malle ne pagò le conseguenze).
Meglio il rispetto fedele delloriginale. Intanto lultraottantenne
Mario se la ride di gusto.
(Rosario Gallone)
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