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Vai
e vivrai (Francia/Belgio/Israele/Italia
2005) di Radu Mihaileanu con Yael Abecassis, Sirak M. Sabahat, Moshe
Abebe, Moshe Agazai
Se anche fosse brutto, Vai e vivrai sarebbe
importante perché racconta dell'Operazione Mosé,
un ponte israelo-americano con cui furono rimpatriati, nel 1984 gli
ebrei d'Etiopia attraverso
il Sudan. Gli ebrei d'Etiopia, però,
(detti falasha) sono considerati ebrei spuri in quanto discendenti
del re Salomone e della regina di Saba (non
ebrea). Una volta giunti in Israele, i Falasha si
trovarono nella condizione di essere stati cacciati dal loro paese
perchè ebrei ed essere rifiutati nella loro nuova terra perché non
abbastanza ebrei. In questa cornice storica che ci viene restituita,
in modo incisivo, attraverso alcuni fugaci episodi ed i notiziari televisivi,
si inserisce la storia di Schlomo, un bambino cristiano
che al momento dell'esodo viene mandato dalla madre morente insieme
con una donna ebrea per salvarlo. Nuovamente una simulazione, quindi,
nel film del regista di Train de vie. Nuovamente
un'identità camuffata per sopravvivere. E la vita che si afferma,
che vince al di sopra di ogni barriera linguistica, geografica e religiosa.
Una speranza in più da un autore che nello splendidamente disilluso
epilogo del precedente lavoro ci aveva posto di fronte alla sconfortante
realtà di una crudeltà senza fine.
(Rosario
Gallone) |
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