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The Time Machine (Usa 2002) di Simon Wells, Gore Verbinski con Guy Pearce, Jeremy Irons, Mark Addy, Samantha Mumba, Orlando Jones

Remake del classico L'uomo che visse nel futuro, diretto nel 1960 da George Pal, Time Machine risente della recente mania di improvvisati sceneggiatori (vedi Il pianeta delle scimmie o Belfagor), dediti a quelli che per loro sono miglioramenti in linea con il gusto moderno, riuscendo solo a consegnare agli originali un'aura di inarrivabilità.
I pregi di questo rifacimento sono: i migliorati make-up ed fx, i movimenti di macchina, il nuovo ruolo interpretato dall'irriconoscibile Jeremy Irons (il momento più intelligente del film, anche se ne fa derivare un finale diverso. Infatti si suggerisce che l'evoluzione dell'uomo-cerebrale interpretata da Irons è anche quella filosofico-politica dell'uomo bianco occidentale, il quale, armato di superintelligenza tecnocratica e di forza bruta alimentata dalla manipolazione genetica della sua stessa razza - i Morloch -, cannibalizza letteralmente le altre specie umane che, non a caso, non sono di pelle bianca. Alla fine, l'uomo del futuro dimostra di non essere altro che il risultato del comportamento degli antichi. Uno dei quali, il protagonista, da buon americano moderno, pensa bene di tagliare corto uccidendo il suo discendente e confermando, così, la teoria di partenza).
I difetti sono: l'ambientazione newyorchese, un protagonista che se invece di abiti fine ottocento vestisse jeans e giubbino di pelle sarebbe adatto alla sua parte (Fonzie),che non è quella dello scienziato . La magia dell'originale, poi, è stata sostituita da una sostanziale cupezza, ed il motore dell'azione è dovuto ad una trovata similTitanic, pur non avendo niente a che fare con la speranza di accattivarsi il pubblico femminile.
Lo slogan del film recita: “dove volete andare?”. Noi rispondiamo che alla metropolitana preferiremmo la nebbia londinese.

(Sergio Bombardier)

 

Guy Pearce

Morloch cacciatore

 

 

 

 

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