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I Tenenbaum
(Usa 2001) di Wes Anderson con Gene Hackman,
Anjelica Huston, Ben Stiller, Gwyneth Paltrow, Luke Wilson, Owen Wilson,
Danny Glover, Bill Murray
Più che a La famiglia
Addams (cui rimanda, forse, solo la figura di Margot: una
sorta di Twiggy disegnata da Tim Burton), Anderson
sembra ispirarsi a quei film dei '70 in cui storie bizzarre di individui
sui generis servivano, di volta in volta, a fare della satira politica
o di costume (Anche gli uccelli uccidono, Piccoli
omicidi, Quella pazza famiglia Fikus) o a narrare
storie d'amore poco convenzionali (Harold e Maude). Ne I
Tenenbaum l'eccentricità c'è dal primo all'ultimo
fotogramma, ma ciò che sembra mancare è una Weltanschauung
ad essa sottesa. In sua vece, il regista (nonché sceneggiatore
insieme con Owen Wilson, uno degli interpreti) ci mostra il suo
sterminato immaginario camp che va dall'architettura all'arredamento,
dall'abbigliamento (qui l'abito sta davvero anche per abitudine; il look
di ogni personaggio è sempre lo stesso, salvo che al matrimonio
di Etheline, in occasione del quale tutti indossano l'identico
completo, cravatta compresa) alla musica (classica, Beatles, Ramones),
dallo sport (Richie, precoce campione di tennis, si ritira a 26
anni, come Borg) all'arte, dalla letteratura alla scienza (Raleigh
St. Clair è un Oliver Sacks ostinatamente dedito ad
improbabili esperimenti su di un esilarante decerebrato di nome Dudley)
e, naturalmente, al cinema (la sfilata di ufficiali di marina - che fa
tanto Seguendo la flotta - dietro Richie estasiato
alla vista dell'amata sorellastra; la dissacrante citazione - Margot
ha un dito di legno in sostituzione di quello mozzatogli dal padre naturale
intenzionato a chiarirle l'uso di un'accetta - di Lezioni di piano).
Wes ci fa sfogliare l'album (le cui fotografie sono costituite
da inquadrature studiate nei minimi dettagli) di una famiglia decisamente
sopra le righe cui presta il volto un cast in splendida forma (Hackman,
Stiller e la Paltrow su tutti). Divertimento senza riserve,
però, esclusivamente per quanti condividono l'umorismo weird
degli autori.
(Rosario
Gallone)
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