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Rosenstrasse

(Germania/Olanda 2003) di Margarethe von Trotta con Katja Riemann, Maria Schrader, Doris Schade

A scorrere la filmografia di Margarethe von Trotta (Anni di piombo, Rosa L., La promessa)ci si rende conto di quanto sia importante per lei la memoria e la sua conservazione. Ed è importante che si continui a fare i conti con la persecuzione più devastante che mente umana abbia mai concepito. Ecco perché un film come Rosenstrasse è bene che sia stato realizzato, al di là dei suoi meriti artistici. Che sono pochini, a dire il vero: il didascalismo del montaggio alternato tra presente e passato, un certo schematismo, recitazione convenzionale. Ma l’essere edotti dell’ennesimo episodio sconosciuto della 2° guerra mondiale (nella primavera del ’43 le mogli tedesche di ebrei imprigionati in un palazzo in Rosenstrasse, sostarono sotto l’edificio/prigione fin quando il Comando non decise la loro liberazione vale la visione). Chissa perché l’unico matrimonio misto del racconto in cui sia la moglie ad essere ebrea serva a mostrare un atto di vigliaccheria - il coniuge fugge abbandonando moglie e figlia, Ruth, che diventerà quasi il motore della quête - contro l’eroica tenacia delle donne.


(Rosario Gallone)


la vera Rosenstrasse

 

 

 

 

 

 

 

 

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