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The Ringer


(Usa 2005) di Barry W.Blaustein con Johnny Knoxville, Brian Cox, Katherine Heigl, Jed Rees

Dai un'occhiata alla sinossi (Steve Barker, in difficoltà finanziare, accetta la proposta dello zio, l'imbroglione Gary, e si finge handicappato per partecipare alle Special Olympics) e pensi che, forse forse, sul finire della stagione, potrai godere di un po' di sana scorrettezza politica. Invece, dopo una manciata di minuti ti trovi a rimpiangere che alla regia ed alla sceneggiatura (rispettivamente dello screenwriter de Il principe cerca moglie ed altre robe di Eddie Murphy, e di un debuttante attivo finora in TV) non ci fossero i fratelli Farrelly (e Jim Carrey, nonostante Johnny Knoxville si sforzi di imitarlo ad ogni fotogramma). Poi scorri i titoli di coda e leggi i loro nomi lì, tra i produttori. Ti sforzi allora, a posteriori, di trovar traccia, anche minima, di un loro intervento. C'è ed è concentrato nel personaggio di Gary, interpretato da Brian Cox. Un saggio delle sue battute (che fa il paio con l'esilarante sequenza finale in cui lo becchiamo a fare il bagarino ad uno spettacolo teatrale di diversamente abili): "Se è una donna quella che cerchi, dimmelo ed alla fine di questa storia te ne pago una!", "Quando il gioco si fa duro, molla tutto, è meglio".

(Rosario Gallone)

 

I magnifici sette nelle docce

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