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Ricordati di me (Italia
2003) di Gabriele Muccino con Fabrizio Bentivoglio, Laura Morante, Nicoletta
Romanoff, Silvio Muccino, Monica Bellucci, Gabriele Lavia
Ciò
che infastidisce non è il film, ma il dibattito da infimo talk-show
creatosi intorno ad esso. Prendiamo Muccino per quello che è:
un buon regista che sa usare la m.d.p., riesce a creare suspense e dirige
bene gli attori (qui sembra brava anche Monica Bellucci). Se, però,
gli vogliamo conferire la patente di neoantropologo o cinesociologo, allora
no! non ci sto! Perché il plot di Ricordati di me,
più ancora di quello de L'ultimo bacio (meglio riuscito),
è convenzionale (quarantenne in crisi riscopre il piacere dell'amore
riallacciando i rapporti con un' ex fidanzata, salvo poi tornare sui suoi
passi - per sempre? - dopo un provvidenziale incidente) ed è fuori
luogo (l'ho letto!) paragonarlo a Dino Risi o, in alternativa,
a Pietrangeli. Non scherziamo. Muccino vuole piacere e per
farlo rischia anche delle gaffes clamorose (la voce f.c. del narratore
di Amélie e l'incipit alla American
Beauty sono gratuite strizzate d'occhio al pubblico del "dopo
bridge"), ma non posso negare che (complice l'esperta cosceneggiatrice
Heidrun Schleef) alcuni caratteri collaterali sono tratteggiati
in modo convincente (Taricone, Silvestrin, Gimignani)
tanto da far rimpiangere il fatto che la trama non sia incentrata su di
loro piuttosto che sulla famiglia Ristuccia.
(Rosario Gallone)
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